Aree marine protette e altre efficaci misure spaziali di conservazione
DESCRIZIONE
L’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) definisce le Aree marine protette (AMP) come aree del dominio marino che vengono preservate al fine di garantire la conservazione dell’ambiente naturale, e dei relativi servizi ecosistemici e valori culturali a lungo termine. Le riserve marine a maggior grado di protezione proibiscono qualsiasi tipo di accesso, eccetto che ai fini della ricerca scientifica; in molti altri casi invece la presenza umana è ammessa e con essa lo sono il turismo regolamentato, le attività ricreative e la pesca artigianale. Le AMP possono incoraggiare lo sviluppo di attività economiche sostenibili, con minore impatto sull’ecosistema e maggiore beneficio per le comunità locali. È evidente che l’istituzione di AMP, specialmente se connesse tra loro attraverso reti e gestite in modo adeguato, può supportare il processo globale di adattamento ai cambiamenti climatici, con importanti risvolti positivi anche per gli aspetti di mitigazione.
Nel 2016, l’associazione MedPan ha individuato 1.215 AMP e altre efficaci misure spaziali di conservazione (Other Effective Area-based Measures, OECMs) nel mar Mediterraneo. Sebbene nell’Adriatico siano state istituite oltre 300 AMP e OECMs, queste assicurano la protezione solo del 5% circa della superficie totale del bacino. Secondo questa ampia accezione, le aree marine protette comprendono anche misure spaziali di restrizione alla pesca (FRA, Fisheries Restricted Areas), che offrono benefici anche in termini di conservazione della biodiversità. Ulteriori specifiche misure spaziali legate ad altri settori (come per esempio aree di restrizione del traffico marittimo e di divieto di ormeggio) possono avere vantaggi simili, contribuendo a preservare l’ecosistema marino e costiero dagli impatti negativi delle attività umane.
Grazie alla regolamentazione delle attività umane, le AMP e le OECMs comprendono ecosistemi di grande valore ecologico che offrono rifugio a specie in pericolo, preservano habitat minacciati e favoriscono la ricostituzione degli stock ittici. Ciò crea uno status ecologico favorevole, in grado di offrire maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e di ridurre, di conseguenza, la vulnerabilità dell’ecosistema. Una maggiore complessità degli habitat, una rete alimentare intatta e un’ampia popolazione con individui fecondi costituiscono caratteristiche chiave delle AMP ben gestite, che contribuiscono ad aumentare la resilienza dell’ecosistema e la sua capacità di recupero nei confronti delle pressioni esercitate dai cambiamenti climatici. Le AMP offrono aree a ridotto stress per gli organismi favorendone la loro salute e abilità ad evitare gli impatti dei cambiamenti climatici. A tal proposito, le reti di AMP offrono corridoi per le specie marine, fornendo in particolare la protezione di quelle più mobili e facilitandone lo spostamento in risposta alle pressioni esercitate dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Le AMP costiere rivestono un ruolo speciale in termini di adattamento nei casi in cui gli ecosistemi costieri protetti agiscono come zone tampone in grado di mitigare il danno causato dagli impatti dei cambiamenti climatici tipici delle coste, come forti tempeste, inondazioni e fenomeni erosivi. Per esempio, le zone umide salmastre e costiere possono dissipare l’energia delle onde che si infrangono sulla costa nonché trattenere importanti volumi d’acqua in concomitanza di eventi di inondazione. Il mantenimento e il ripristino di questi ecosistemi nelle AMP, specialmente attraverso soluzioni basate sulla natura (nature-based solutions), e la loro protezione da azioni incontrollate di antropizzazione, di dragaggio o sovrasfruttamento, possono significativamente ridurre la vulnerabilità delle aree costiere agli effetti dei cambiamenti climatici.
Infine, i cosiddetti ‘ecosistemi blu” costieri (per es. aree umide salmastre e praterie di fanerogame marine) rappresentano importanti opportunità di adattamento al clima: contrastano l’erosione, offrono rifugio a varie specie, tra cui gli organismi calcificanti, e ostacolano l’acidificazione marina.
Per favorire il processo dell’adattamento, le AMP e le reti di AMP necessitano di essere progettate e gestite in modo flessibile, tenendo conto che la scienza dei cambiamenti climatici è in continua evoluzione. Una gestione adattiva è possibile solamente se i gestori delle AMP sono consapevoli dei rischi legati ai cambiamenti climatici, e se valutazioni di vulnerabilità e adattamento vengono espressamente incluse nei piani e negli obiettivi gestionali delle AMP. A questo riguardo, un importante contributo proviene dal progetto finanziato dall’UE MPA-Adapt, nell’ambito del quale è stato ribadito il concetto di AMP come opzione efficace di aumento delle resilienza ai cambiamenti climatici. Il progetto ha lanciato la piattaforma Climate Change Platform for Mediterranean MPAs, che raccoglie strumenti e materiali disponibili sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici nelle AMP del Mediterraneo. La piattaforma mette a disposizione le migliori pratiche disponibili e le esperienze di cinque aree marine protette del Mediterraneo, tra le quali il Parco nazionale delle isole Brioni, nell’Adriatico. Per quest’area è stata proposta una lista di strategie di adattamento, comprendente l’effettivo monitoraggio dei cambiamenti in atto combinato con risposte appropriate e tempestive, lo svolgimento di programmi formativi, la rimozione o la ri-progettazione delle infrastrutture costiere e la valutazione della carbon footprint nella gestione del Parco.
La gestione integrata delle zone costiere (GIZC) e la pianificazione dello spazio marittimo (Maritime Spatial Planning, MSP) sono strumenti utili per migliorare la corretta pianificazione delle AMP e la loro gestione attraverso un approccio pienamente integrato.
COSTI E BENEFICI
I costi sono principalmente riferiti alla gestione ordinaria delle AMP e delle OECMs; esse variano in funzione della dimensione dell’area, delle attività di monitoraggio e controllo e in base alle misure di gestione individuate per il conseguimento degli obiettivi. Misure di adattamento, basate sull’approccio ecosistemico (ecosystem-based measures) finalizzate al recupero di habitat deteriorati, possono richiedere costi aggiuntivi.
Secondo l’analisi MedPan sulle AMP e OECMs del Mediterraneo, i finanziamenti per la gestione di tali aree provengono principalmente dalle autorità pubbliche, ma anche da donatori, dal settore privato e da fondi interni derivanti ad esempio da tariffe di ingresso, tasse o multe. In diversi casi, la mancanza di fondi viene segnalata come un ostacolo alla piena realizzazione di una gestione efficace delle aree marine protette.
Le AMP e le OECMs, oltre ad apportare benefici per la conservazione della natura e avere un ruolo nei processi di adattamento (come precedentemente descritto), costituiscono anche importanti opportunità per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Ambienti umidi salmastri e praterie di fanerogame nelle AMP del Mediterraneo permettono alti tassi di sequestro del carbonio e agiscono nel lungo termine come aree di stoccaggio dello stesso. Preservare questi ecosistemi attraverso sforzi di conservazione contribuisce a mantenere inalterata la loro capacità di stoccaggio del carbonio e ad evitare che lo stesso, una volta immagazzinato, sia nuovamente liberato, producendo nuove emissioni di CO2.
La definizione di specifiche misure di adattamento nei piani di gestione di AMP e OECMs coinvolge necessariamente l’interesse di numerosi portatori di interesse, data la molteplicità dei servizi ecosistemici offerti da queste aree. Questo processo può portare al rafforzamento della partecipazione degli stakeholder, creando valide opportunità di aumento della consapevolezza sulle tematiche legate ai cambiamenti climatici.
Le AMP e le OECMs rappresentano anche opportunità per promuovere l’educazione dei cittadini e delle comunità locali non solo sul tema della conservazione della natura ma anche su quello dei cambiamenti climatici. Strutture dedicate ai visitatori e specifici programmi educativi possono supportare il conseguimento di tale obiettivo.
Le AMP e le OECMs offrono benefici per la ricerca scientifica. Trattandosi di aree sulle quali insistono minori pressioni antropiche, possono agire come “siti di controllo”, permettendo una migliore comprensione dell’effetto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, che in altri ambienti vanno verosimilmente a sovrapporsi ed essere confusi con altri impatti antropici (come l’inquinamento dell’acqua, il sovra-sfruttamento della pesca, il disturbo e la distruzione degli habitat). Le AMP e le OECMs possono funzionare come siti pilota per sperimentare l’efficacia delle misure di adattamento in aree relativamente incontaminate. Offrono un’opportunità per migliorare il dialogo tra ricercatori e gestori delle AMP nello sviluppo di piani di gestione che comprendano espressamente i cambiamenti climatici. Le reti di AMP possono anche funzionare da reti di monitoraggio climatico, permettendo, anche tramite la collaborazione con la comunità scientifica, lo scambio dei dati acquisiti.
TEMPI DI IMPLEMENTAZIONE E DURATA
Le AMP e le OECMs sono costituite mediante provvedimenti legislativi. Sebbene questi non possano essere considerati come permanenti, per via di possibili variazioni nell’assetto legislativo che possono modificare le regolamentazioni o ridimensionare i confini delle aree, tali provvedimenti garantiscono una protezione nel lungo periodo. Ciò richiede che la conservazione sia definita come obbiettivi di lungo periodo.
I piani di gestione delle AMP e delle OECMs, ove disponibili, hanno generalmente una validità temporale di qualche anno e devono essere periodicamente rivisti e aggiornati in base a un approccio adattivo e flessibile. Per esempio, nella riserva naturale delle Bocche di Bonifacio (Francia), il piano di gestione è stabilito per un periodo di cinque anni. Alla fine di tale periodo è necessaria una valutazione, a seguito della quale viene implementato un nuovo piano. In Croazia i piani di gestione delle AMP adriatiche sono impostati per un periodo di dieci anni (per es. per il Parco nazionale delle isole Brioni 2016-2025, per il Parco nazionale delle Incoronate 2014-2023, per Parco naturale della Telašćica 2012-2022). L’implementazione di misure specifiche di adattamento in queste aree può avvenire con tempistiche differenti secondo i contenuti e la programmazione temporale dei piani di gestione delle AMP.
RISORSE PER INFORMAZIONI MAGGIORMENTE DETTAGLIATE
Climate Change Platform for Mediterranean MPAs
IUCN issues brief, Marine Protected Areas and Climate Change
Simard, F., Laffoley, D. and J.M. Baxter (eds.). (2016). Marine Protected Areas and Climate Change: Adaptation and Mitigation Synergies, Opportunities and Challenges. Full report. Gland, Switzerland: IUCN.