Valutare la vulnerabilità
Fase 2. Valutare la vulnerabilità e i rischi legati ai cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici avranno numerosi impatti sulle comunità adriatiche. Non solo gli eventi estremi (per es. ondate di calore, precipitazioni estreme, inondazioni, incendi boschivi) aumenteranno di intensità e frequenza, ma si stanno già verificando cambiamenti a insorgenza lenta (per es. aumento della temperatura, variazione dei pattern di precipitazione, innalzamento del livello del mare), tutto ciò porterà in generale a condizioni climatiche sfavorevoli con conseguenti perdite e danni. Comprendere la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, attuale e futura, è essenziale per formulare risposte e azioni volte a rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento della società. Una comunità non è isolata dal resto del territorio: i rischi legati ai cambiamenti climatici, pur in assenza di evidenze di impatto diretto sul territorio considerato, possono comunque manifestare ripercussioni gravi su aree che offrono servizi essenziali per tale territorio. Viceversa, gli effetti climatici che si manifestano in una determinata comunità possono influenzare anche il territorio circostante. Quindi, la valutazione della vulnerabilità e del rischio richiede un approccio integrale che valuti anche i legami con i territori contigui.
- Identificazione e valutazione dei pericoli attuali e futuri legati al clima
Nessuna valutazione può prendere in considerazione tutti i pericoli climatici con lo stesso dettaglio di analisi. La selezione e l’assegnazione di priorità a quelli maggiormente rilevanti per il contesto locale considerato possono aiutare a far convergere gli sforzi di valutazione mirando agli obiettivi complessivi di adattamento esplicitati nella fase 1. Una volta individuati, i principali pericoli legati ai cambiamenti climatici devono essere analizzati in termini di evoluzione storica, stato attuale e cambiamenti attesi nel futuro. Sebbene sia chiara la direzione in cui agiscono i cambiamenti climatici globali, non abbiamo certezze circa l’estensione e le peculiarità dei cambiamenti, specialmente a livello locale. Gli scenari climatici aiutano a descrivere le possibili condizioni climatiche future, in base a differenti tassi di incremento delle emissioni di gas serra globali. Tali scenari climatici vengono elaborati prendendo in considerazione le condizioni globali e possono essere “adattati” (downscaling) sulla base delle specifiche condizioni locali o regionali. L’analisi dei pericoli climatici attuali e futuri, rilevanti per il contesto locale, è un’attività che richiede un alto livello di conoscenza scientifica. Spesso questa manca alle amministrazioni deputate a occuparsi delle strategie di adattamento. La cooperazione con università e centri di ricerca, così come la sinergia con iniziative di analisi dei cambiamenti climatici che vengono intraprese a un livello più alto (per es. scenari e proiezioni dei cambiamenti climatici sviluppati nell’ambito di strategie o piani di adattamento regionali o nazionali) possono essere utili in tal senso. Gli scenari non offrono previsioni dei cambiamenti climatici; piuttosto rappresentano i possibili sviluppi del sistema climatico. Per questo, a prescindere da chi è incaricato della loro valutazione, è di eccezionale importanza che gli scenari climatici siano corredati da informazioni ausiliari per la loro comprensione e il loro corretto utilizzo (risoluzione spaziale, periodo di riferimento, quadro temporale delle proiezioni, evidenza degli scenari di emissione dei gas serra, incertezze, ecc.).
- Selezione degli impatti prioritari dei cambiamenti climatici
Dopo aver individuato i pericoli rilevanti legati ai cambiamenti climatici, si raccomanda di concentrare la successiva valutazione della vulnerabilità e del rischio sui loro principali impatti diretti e indiretti. Sono impatti prioritari quelli che ci si attende incidano in modo significativo sul territorio considerato nella sua interezza (per es. inondazioni che incidono sugli insediamenti e sui loro residenti, sui servizi e sulle infrastrutture) o su alcuni dei suoi elementi naturali e artificiali e sulle attività umane (per es. agricoltura, gestione forestale, biodiversità, edifici e infrastrutture, sistemi energetici, trasporti, turismo, habitat marini, pesca e altre attività marine, gestione delle risorse idriche, ecc. ). Come nel caso del precedente step, la collaborazione con università e centri di ricerca, così come un’ampia discussione con tutti i portatori di interesse (si veda l’opzione di adattamento Governance per ulteriori dettagli), può contribuire all’individuazione delle priorità.
- Valutare la vulnerabilità e i rischi legati ai cambiamenti climatici
Per ogni impatto rilevante dei cambiamenti climatici vengono valutati la vulnerabilità e il rischio, al fine di ottenere informazioni utili all’individuazione di azioni e risposte di adattamento a lungo termine ai cambiamenti climatici. Nell’ambito dei cambiamenti climatici, secondo l’IPCC, la vulnerabilità può essere definita come il grado in cui un territorio, la sua comunità e le sue attività sono suscettibili o incapaci di far fronte, agli effetti avversi del cambiamento climatico, inclusi la variabilità climatica e gli estremi. Per valutare la vulnerabilità di un sistema è necessario esaminare la sua esposizione e sensibilità a un dato pericolo dei cambiamenti climatici e le capacità di adattamento già acquisite. La valutazione combinata di vulnerabilità, magnitudine del rischio climatico e valore dei recettori più esposti offre una stima del rischio climatico associata ai pericoli e al territorio considerati. Diversi sono i metodi disponibili per la valutazione della vulnerabilità e il rischio associati ai cambiamenti climatici. Possono essere approssimativamente categorizzati in approcci top-down e bottom-up. Le valutazioni top-down si basano generalmente su dati, utilizzano mappe e altri strumenti quantitativi per esaminare i dati socioeconomici e i dati ambientali. Possono fornire ad esempio stime dei danni attesi su tutto il territorio o in alcune sue parti. Le valutazioni bottom-up normalmente fanno affidamento sulla conoscenza locale e sono di natura qualitativa. Spesso contano sulla collaborazione degli attori locali. E’ auspicabile combinare i due approcci ogni qual volta sia possibile.
- Trasferimento dei risultati alle fasi pertinenti alla creazione della visione e dei piani
Valutare la vulnerabilità e i rischi legati ai cambiamenti climatici richiede l’analisi di una ricca e ampia varietà di dati e informazioni. L’adattamento ha successo solamente quando l’ambiente è in grado di offrire servizi ecosistemici; per questo dovrebbe essere eseguita anche una valutazione dei principali rischi per uno sviluppo sostenibile. È particolarmente importante che i risultati di tale analisi possano essere facilmente trasferiti alla fase in cui si crea la visione (fase 3) e si elabora il piano (fase 4) del processo di adattamento. A tal fine, i dati e le informazioni devono essere elaborati in modo sintetico affinché possano essere prontamente e propriamente utilizzati per l’identificazione, elaborazione e attuazione di misure di adattamento. Questa fase prevede l’adozione di un approccio semplice per presentare i risultati della fase 2 ad un ampio pubblico, in cui è necessario anche evidenziare le relative ipotesi e incertezze.
Risultati della fase 2:
- Rapporti estesi e sintesi concise sui trend passati, sullo stato attuale e sulle proiezioni future dei principali pericoli derivanti dai cambiamenti climatici
- Rapporto esteso e sintesi concisa sulla valutazione della vulnerabilità e dei rischi legati ai principali impatti dei cambiamenti climatici
- Messaggi chiave per la fase di pianificazione: principali rischi climatici , relative vulnerabilità e rischi