Zonizzazione e individuazione di aree idonee per l’acquacoltura mediante analisi di rischio
DESCRIZIONE
L’acquacoltura è un settore chiave per l’economia blu nella regione adriatica e ionica, con significative potenzialità di crescita. Nella strategia europea per la regione adriatica e ionica (EUSAIR), l’acquacoltura è considerata come una delle attività più promettenti per tutti i paesi costieri della regione. Nonostante questo alto potenziale, il mare Adriatico, allo stato attuale, registra un’alta densità di usi marittimi e costieri (per es. turismo costiero e marittimo, trasporto di beni e passeggeri, pesca, estrazione di gas offshore, cavi per energia e comunicazione) che devono essere presi in considerazione mediante una pianificazione territoriale coordinata nel caso in cui si preveda lo sviluppo di un nuovo sito di acquacoltura , per non creare conflitti e allocare in modo equo gli spazi.
La pianificazione dello spazio marittimo per l’acquacoltura, che comprende il processo di zonizzazione e individuazione di siti idonei con un approccio basato sul rischio, mira ad assicurare la massima equità nell’uso dello spazio marino, sostenendo la produzione, minimizzando i conflitti con altri usi e mantenendo l’integrità ambientale. Il processo richiede la giusta comprensione dei rischi legati al clima e alla sua variabilità. Cambiamenti nella temperatura dell’acqua marina e nella salinità, negli apporti di acqua dolce e nutrienti possono avere sia effetti positivi sia negativi sulla maricoltura (PAP/RAC, 2015), favorendo per esempio le specie termofile ma anche l’arrivo di nuove specie dai mari più caldi, che potrebbero diventare invasive. A tale proposito, il settore dell’acquacoltura adriatica ha già di recente sperimentato danni locali alla produzione di mitili. Ciò è stato determinato sia da picchi di temperature estive, che hanno influito negativamente sulla qualità dei mitili allevati, sia alle forti tempeste e mareggiate che hanno provocato danni strutturali agli allevamenti. Altri rischi legati al clima comprendono effetti che si manifestano gradualmente e che provocano il cambiamento delle condizioni fisico-chimiche dell’acqua marina (per es. aumento delle temperature medie, variazioni di salinità, acidificazione) e dei relativi impatti indiretti come diffusione di malattie, fioriture di alghe tossiche, ipossia, inquinamento in caso di aumentati apporti di acque dolci.
La FAO (FAO, 2018, FAO, 2017) incoraggia la zonizzazione e la localizzazione di siti idonei all’acquacoltura marina attraverso un approccio ecosistemico, che consideri anche gli effetti della variabilità del clima e dei suoi cambiamenti. Una selezione adeguata dei siti di acquacoltura, supportata da un quadro normativo flessibile, emerge anche dai casi studio del progetto ClimeFish, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 con l’obiettivo di assicurare che la crescita dei prodotti della pesca e dell’acquacultura avvenga in aree e per specie in cui esiste un potenziale di crescita sostenibile, nel quadro del cambiamento climatico.
La zonizzazione e la localizzazione basate sul rischio possono aiutare ad evitare aree particolarmente vulnerabili ai rischi climatici e selezionare le aree più indicate per le specie coltivate, considerando sia lo stato attuale sia le sfide poste dai cambiamenti climatici a medio-lungo termine. Il processo complessivo permette di minimizzare le possibili perdite economiche che potrebbero derivare da scelte che non prendono in considerazione tutti i rischi e le questioni.
Per definire le zone allocate per l’acquacoltura (allocated zones for aquaculture, AZA – fase della zonizzazione) e identificare i siti più idonei per lo sviluppo di attività di allevamento (localizzazione), va realizzata un’analisi completa dei principali rischi che potrebbero impedire una produzione ottimale. I rischi comprendono sia quelli legati al clima sia quelli legati ad altri fattori come per esempio quelli legati all’ambiente (inquinamento), alla salute (sicurezza alimentare) e ai conflitti sociali. Si raccomanda dunque un’analisi delle condizioni climatiche locali (dati storici), dei rischi posti dalla variabilità climatica (p. es. mareggiate) e dei trend a lungo termine (p. es. aumento della temperatura e alterazioni nella salinità). La mancanza di adeguate serie storiche di dati climatici e le incertezze nelle proiezioni di cambiamento climatico a scala regionali e sub-regionali possono limitare l’analisi degli effetti della variabilità del clima e dei suoi cambiamenti nel processo di zonizzazione e localizzazione basato sul rischio.
Esiste un’ampia varietà di strumenti e modelli per l’analisi spaziale (FAO, 2017) che può supportare la zonizzazione per l’acquacoltura marina. I progetti di ricerca europei Aquaspace e TAPAS, finanziati nell’ambito programma Horizon 2020, hanno fornito strumenti utili nella pianificazione dello sviluppo dell’acquacoltura attraverso un approccio ecosistemico. Il progetto Aquaspace ha specificatamente incluso un caso studio localizzato nel mare Adriatico settentrionale, fornendo evidenze a supporto di un processo basato sulle conoscenze per la selezione di siti di molluschicoltura.
L’identificazione e la consultazione degli stakeholder più rilevanti durante tutte le fasi di pianificazione dello spazio marittimo per l’acquacoltura, è un compito centrale per individuare temi di rilevo e potenziali conflitti con altri usi e tra gli usi e l’ambiente. Benefici possono derivare da iniziative come la piattaforma ITAQUA, un ambiente di lavoro condiviso a disposizione dei diversi portatori di interesse per aumentare e migliorare la competitività dell’acquacoltura italiana. La partecipazione di tutti i principali stakeholder è incoraggiata dalla Commissione europea che a questo proposito ha identificato nella pianificazione territoriale coordinata un’area prioritaria per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura.
COSTI E BENEFICI
La zonizzazione e la localizzazione basate sul rischio per il settore dell’acquacoltura sono finalizzate ad evitare perdite economiche dovute ad una selezione di siti non idonei per la presenza di condizioni climatiche non favorevoli e per la vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Se i rischi legati al clima sono inclusi correttamente nell’analisi, i siti di acquacoltura possono essere preservati da rischi e disastri climatici a breve e lungo termine (per es. perdita della produzione o delle infrastrutture dovuta ad eventi estremi, insorgenza di malattie, proliferazione di alghe tossiche e parassiti, peggioramento nella qualità della produzione).
I costi comprendono l’uso di strumenti e l’implementazione dei modelli necessari per supportare l’intero processo di pianificazione spaziale dell’acquacoltura. I costi sono riferiti sia alla licenza del software (se non è gratuita) sia alle risorse umane e al tempo necessario affinché si acquisiscano sufficienti abilità tecniche e formazione per usare gli strumenti. Nell’ambito del progetto Aquaspace, è emerso come i costi associati agli strumenti operativi possano essere l’elemento di debolezza più frequente nell’analisi SWOT, realizzata per valutare complessivamente gli strumenti e i metodi implementati e testati nei casi studio del progetto.
TEMPI DI IMPLEMENTAZIONE E DURATA
L’analisi spaziale richiede un limitato investimento di tempo (tipicamente 1-2 anni), se gli strumenti e i dati sono già disponibili. L’intero processo, comprensivo di consultazione degli stakeholder e decisione finale, può richiedere più tempo, specialmente in aree, come il mare Adriatico, in cui sono già presenti numerose altre attività, creando potenzialmente conflitti sociali ed economici. La zonizzazione e la localizzazione del sito dovrebbero essere un processo adattivo, capace cioè di rispondere alle nuove evidenze scientifiche relative alla variabilità del clima e dei suoi cambiamenti.
RISORSE PER INFORMAZIONI MAGGIORMENTE DETTAGLIATE
FAO (2018). Impacts of climate change on fisheries and aquaculture. Synthesis of current knowledge, adaptation and mitigation options. FAO, Fisheries and Aquaculture Technical paper. ISSN 2070-7010 627.
FAO, (2017). Aquaculture zoning, site selection and area management under the ecosystem approach to aquaculture.