Mitigazione della diffusione di organismi nocivi associati ai cambiamenti climatici

Impatti climatici
Incendi, Inondazioni, La siccità, Precipitazioni intense, Temperature estreme e ondate di calore, Tempeste
Settori
agricoltura, Biodiversità, Gestione delle risorse idriche, Inter-settoriale, Riduzione del rischio di catastrofi, Salute, Turismo, Urbano
Categoria IPCC
Sociale: Misure educative, Sociale: Opzioni informative, Strutturale e fisica: Misure di adattamento basate sull'ecosistema, Strutturale e fisica: Opzioni tecnologiche

Descrizione

Il massivo deperimento di boschi, causato dall’improvviso aumento delle popolazioni di organismi nocivi per gli alberi, può avere effetti particolarmente gravi sugli ecosistemi forestali in termini di perdita di biodiversità, assorbimento di carbonio dall’aria e riduzione delle funzioni ecosistemiche. I cambiamenti climatici e ambientali possono influenzare la diffusione spaziale e il cambiamento della fenologia stagionale degli insetti nocivi, con un loro conseguente sviluppo più rapido e una maggiore quantità di cibo consumato, oltre a un diretto impatto negativo sulla salute degli ecosistemi forestali. La nuova strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, riporta tra gli effetti negativi dei cambiamenti le anomale diffusioni di scolitidi che causano decimazioni di foreste  (CE, 2021). L’improvviso aumento della popolazione del coleottero scolitide mediterraneo (Orthotomicus erosus), in Croazia e gli enormi danni apportati (Perkek et al., 2019), sono l’esempio più recente di concatenamento dei fattori negativi legati ai cambiamenti climatici. In simili condizioni, la biologia e la popolazione dei parassiti cambia in un modo al momento sconosciuto e la loro diffusione danneggia l’ecosistema forestale. Peraltro, è stata recentemente registrata una nuova complessa malattia nei lecci croati (Quercus ilex) legata ai cambiamenti climatici, che viene posta in relazione all’attacco di buprestidi (Agrilus sp.) ai quali sono associati batteri. La malattia si diffonde territorialmente minacciando i boschi autoctoni di leccio. Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e ambientali sulle foreste operano anche attraverso mutazioni fisiologiche degli alberi a seguito delle quali si indebolisce la loro capacità di difesa.

Posto che i fenomeni segnalati sono nuovi e ancora poco studiati, la carenza di informazioni e di conoscenze rappresenta un grosso problema, per tale motivo la reazione è lenta e l’intervento tarda ad arrivare. L’impatto negativo sulle macchie mediterranee probabilmente subirà un’accelerazione con l’aumento della temperatura e della frequenza ed intensità dei periodi siccitosi, con un periodo vegetativo prolungato (IPPC, 2014). Già un modesto rialzo delle temperature medie può stimolare cambiamenti nella velocità di sviluppo degli insetti, nel numero di generazioni, nella densità della popolazione, nella grandezza e nella consistenza genetica, nell’ambito e nella modalità di utilizzo delle piante ospiti e nella distribuzione longitudinale e latitudinale (Lieutier e Paine, 2016). Un gruppo completamente diverso di organismi nocivi sono le specie invasive (Jactel et al., 2020), che non sono necessariamente collegate ai cambiamenti climatici, ma che possono potenzialmente causare gravi danni alle foreste e dovrebbero essere prese in considerazione durante il monitoraggio. Generalmente sono monitorate da enti statali specializzati nelle malattie vegetali (National Plant Protection Organisations, – NPPO), tuttavia anche qui si manifestano sempre più punti deboli.

Una diagnosi precoce degli organismi nocivi è dunque di vitale importanza per sopprimere o mitigare le conseguenze negative dopo la loro diffusione. Sebbene a livello statale esista un sistema di monitoraggio degli organismi nocivi nei boschi, a livello locale non vengono prese misure speciali in merito. Coinvolgere personale qualificato a livello locale, che abbia una conoscenza di base dei segni di infestazione è una delle opzioni per reagire rapidamente a improvvise infestazioni. Un professionista simile deve essere qualificato e deve partecipare regolarmente a seminari e incontri del settore, per rimanere aggiornato su rischi e nuovi fenomeni nocivi per le foreste. Può essere un arboricoltore che, grazie alle sue conoscenze di base nella gestione e cura degli alberi nei centri urbani, nota e relaziona circa la comparsa di sintomi. L’ispezione forestale stagionale, la valutazione dei campioni, così come la verifica con un’istituzione scientifica dovrebbero servire come base per una rapida elaborazione delle informazioni sulla scoperta di nuovi danni, l’identificazione del problema e la determinazione delle misure di controllo Negli ultimi tempi, accanto a un simile monitoraggio attivo, viene adottato sempre più spesso anche un monitoraggio ‘passivo’: i cittadini comunicano i sintomi osservati in piattaforme preparate in anticipo, utilizzando smartphone e altri dispositivi (citizen science). Si è visto che in tal modo si può aumentare significativamente la probabilità di diagnosi precoce di organismi nocivi (Baker et al., 2018). Un’altra opzione è data dall’identificazione dei problemi attraverso applicazioni che sono disponibili al pubblico e che segnalano cambiamenti insoliti, attivando un meccanismo di individuazione dell’organismo nocivo.  

Costi e benefici

Sia considerato individualmente che come parte del complesso forestale l’alto valore di ogni albero dovrebbe essere considerato nella valutazione dei benefici dell’individuazione precoce dei parassiti nelle foreste. Gli alberi hanno un eccezionale valore ambientale, la loro utilità è particolarmente enfatizzata nel turismo (offrono frescura, profumi, colore, suoni, proteggono dal vento). Le piante ci fanno sentire a stretto contatto con la natura, tutto ciò si riflette nella crescente tendenza dei cittadini o dei turisti a soggiornare nei boschi per motivi di salute o ricreativi. In tempi recenti gli effetti negativi sugli alberi dovuti ai cambiamenti climatici, ai parassiti invasivi più frequenti e ai danni antropogenici, sono diventati più importanti.

Gli alberi nei centri urbani e periurbani sono in gran parte privi di manutenzione, il che provoca frequenti rotture di rami, crolli e in generale una sicurezza inadeguata. Per verificare e monitorare lo stato di salute è necessario ingaggiare personale specializzato (arboricoltori) che, mediante verifiche e registrazioni regolari, rilevi lo stato di salute degli alberi. A tale fine possono utilizzare applicazioni come, per esempio, il ‘catasto verde’ che facilita tutta la procedura di monitoraggio e riduce così i rischi di diffusione delle malattie e dei parassiti. Lo stesso personale può essere impiegato anche per la regolare ispezione del bosco. Simile personale potrebbe occuparsi di più comunità locali, in tal modo le spese sarebbero ripartite tra le città/i comuni che si associano, oppure il personale potrebbe essere finanziato dal bilancio della provincia/regione. Inoltre, è possibile anche utilizzare i servizi delle aziende che si occupano dello stato di salute degli alberi. Ciò incoraggerebbe anche l’imprenditorialità in tale settore che non è sufficientemente sviluppato, specialmente in Croazia. Posto che anche le aziende turistiche dovrebbero manifestare interesse a un regolare monitoraggio degli alberi e del bosco, una parte dei fondi potrebbe essere ottenuta anche mediante partenariati pubblico-privati. È particolarmente importante anche l’impegno della comunità locale, ossia il coinvolgimento e la motivazione dei cittadini nel contribuire alla ricerca scientifica, individuando e segnalando eventi insoliti sugli alberi o nei boschi (citizen science). Generalmente le applicazioni per facilitare un coinvolgimento del genere sono disponibili o devono essere eventualmente adattate alle necessità specifiche, ma ciò non dovrebbe rappresentare un costo significativo (per es. EASIN). La spesa potrebbe crescere qualora l’applicazione debba essere sviluppata dall’inizio, ma anche qui è possibile ripartire i costi tra città/regioni associate. La spesa maggiore in relazione a tali attività è normalmente rappresentata dall’organizzazione di laboratori o dibattiti per formare i cittadini e presentare le opzioni di collaborazione nelle attività menzionate.

Tempi di implementazione e durata

Per coinvolgere personale specializzato nel processo di diagnosi precoce dei danni e degli organismi dannosi per gli alberi e i boschi, saranno da esplorare potenziali partenariati tra città/regioni e le loro esigenze specifiche, tenendo conto del numero di alberi e delle superfici boschive. Per tale processo è sufficiente un anno. L’ingaggio del personale seguirebbe già al secondo anno, ma se le città/regioni optassero per un servizio esterno, il processo potrebbe essere avviato subito.

Con applicazioni già esistenti si potrebbe iniziare immediatamente, mentre gli adattamenti si andrebbero ad aggiungere in base alle nuove esigenze sorte nel corso degli anni.

Nel primo anno è già possibile tenere seminari per i cittadini, da rinnovarsi ciclicamente in base al bisogno con la presentazione dell’analisi dei dati raccolti (per es. una volta all’anno).

Risorse per informazioni maggiormente dettagliate

CE, 2021 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, ALCONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E ALCOMITATO DELLE REGIONI Forging a Climate-Resilient Europe – the New EU Strategy on Adaptation to Climate Change. COM/2021/82 Final.

EC. 2021. ‘Forests – New EU Strategy’. Have Your Say. 2021.

EC. 2021. COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS Forging a Climate-Resilient Europe – the New EU Strategy on Adaptation to Climate Change. COM/2021/82 Final.

Forest Research. 2021. ‘Acute Oak Decline’. Forest Research. 2021.

JRC. 2021. ‘EASIN – European Alien Species Information Network’. 2021.

JRC. 2021. ‘Invasive Alien Species Monitoring with Citizen Scientists | Digital Earth’. Digital Earth Lab: 2021.

KE, 2021 KOMUNIKACIJA KOMISIJE EUROPSKOM PARLAMENTU, VIJEĆU, EUROPSKOM GOSPODARSKOM I SOCIJALNOM ODBORU I ODBORU REGIJA Stvaranje Europe otporne na klimatske promjene –nova strategija EU-a za prilagodbu klimatskim promjenama COM/2021/82

Letteratura:

Baker E., Jeger M.J., Mumford J.D., Brown N. 2018: Enhancing plant biosecurity with citizen science monitoring: comparing methodologies using reports of acute oak decline. J Geogr Syst.;21(1):111–31.

Brown, Nathan, Ana Pérez-Sierra, Peter Crow, and Stephen Parnell. 2020. ‘The Role of Passive Surveillance and Citizen Science in Plant Health’. CABI Agriculture and Bioscience 1 (1): 17.

Jactel H., Desprez-Loustau M.L., Battisti A., Brockerhoff E., Santini A., Stenlid J., et al. 2020: Pathologists and entomologists must join forces against forest pest and pathogen invasions. NeoBiota.;58:107–27.

Lieutier F., Paine T.D. 2016 Responses of Mediterranean Forest Phytophagous Insects to Climate Change. In: Paine T., Lieutier F. (eds) Insects and Diseases of Mediterranean Forest Systems. Springer, Cham

Pernek M., Lacković N., Lukić I., Zorić N., Matošević D. 2019: Outbreak of Orthotomicus erosus (Coleoptera, Curculionidae) on Aleppo Pine in the Mediterranean Region in Croatia. SEEFOR-South-east European forestry, 10 (1): 19-27.

Siti web:

https://digitalearthlab.jrc.ec.europa.eu/activities/invasive-alien-species-monitoring-citizen-scientists/57833

https://ec.europa.eu/clima/sites/clima/files/adaptation/what/docs/eu_strategy_2021.pdf

https://www.forestresearch.gov.uk/tools-and-resources/fthr/pest-and-disease-resources/acute-oak-decline/

Il testo è stato elaborato dal dott. Milan Pernek, Hrvatski šumarski institut (Istituto di ricerche forestali croato)