Integrare i processi di adattamento ai cambiamenti climatici su scala regionale e locale in Emilia-Romagna
Contesto geografico e sfide climatiche
L’Emilia-Romagna è una regione dell’Italia settentrionale, caratterizzata a sud-ovest dal crinale degli Appennini e a nord-est dal corso del fiume Po, mentre il versante orientale confina col mare Adriatico. Nella regione si è registrato, nel periodo 1991-2016, un incremento medio delle temperature annuali di circa 1.5°C. Le precipitazioni cumulate osservate sono aumentate solo in autunno, mentre sono leggermente diminuite nelle altre stagioni, specialmente nei periodi estivi, durante i quali è stato osservato un incremento del numero di giornate consecutive senza precipitazioni (Strategia Emilia-Romagna, 2018). Nel documento Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici della Regione Emilia-Romagna sono riportate le proiezioni climatiche future. Sono state sviluppate dal Servizio Idro-Meteo-Clima dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia Romagna (Arpae-SIMC) attraverso la tecnica di regionalizzazione statistica applicata a differenti Modelli climatici globali (simulazioni Ensembles e CMIP5) e a differenti scenari di emissione (compresi gli scenari RCP 4.5 e RCP 8.5). Le proiezioni sono state regionalizzate per gli eventi estremi e le medie di temperatura e precipitazione della Regione Emilia-Romagna. Si prevede un incremento della temperatura massima in tutte le stagioni: 1.5 °C in inverno e 2-2.5 °C in tutte le altre stagioni entro il 2050 secondo entrambi gli scenari RCP, e un aumento di 4.5 °C e fino a 8 °C in estate entro il 2100 rispettivamente secondo gli scenari RCP 4.5 e RCP 8.5. Di conseguenza, la frequenza e la durata delle ondate di calore e delle notti tropicali (notti durante le quali la temperatura minima non scende al di sotto dei 20 °C) subiranno un incremento. Secondo lo scenario RCP 4.5, entro il 2050 le precipitazioni subiranno una diminuzione di circa il 10% in primavera ed estate, mentre è atteso un trend positivo durante l’autunno (20%). Trend simili relativi alle precipitazioni emergono anche dallo scenario RCP 8.5, con un aumento leggermente più consistente delle precipitazioni autunnali entro il 2050 (circa 25% – 30%). Ci si attende un aumento anche degli eventi estremi: in autunno le precipitazioni intense dovrebbero aumentare del 20% mentre in estate è previsto un aumento del 20% del numero massimo di giorni consecutivi senza precipitazioni.
La costa adriatica dell’Emilia-Romagna è particolarmente vulnerabile all’innalzamento del livello del mare. Le proiezioni di innalzamento del livello del mare sono altamente incerte, esse infatti dipendono da una gamma di assunzioni e processi, compresi quelli su scala globale. Perini et al. (2017), per il litorale dell’Emilia-Romagna, considerano un innalzamento del livello del mare entro il 2100 di 0,34 m secondo lo scenario di emissione RCP 4.5 e di 0,45 m secondo lo scenario RCP 8.5. Questi valori sono stati estrapolati dalle mappe globali del Quinto rapporto di valutazione IPCC sulle proiezioni di livello del mare per le celle della griglia più vicina al litorale dell’Emilia-Romagna. I valori, sono leggermente inferiori rispetto a quelli assunti per il bacino mediterraneo e su scala globale. Tali stime non comprendono l’effetto della subsidenza del suolo, che può essere localmente significativa. La subsidenza è stata principalmente osservata lungo la costa centrale della regione, a causa dell’estrazione dei gas e dello sfruttamento delle acque sotterranee (Sytnik et al. 2018). Nel periodo 2011-2016 i valori lungo la costa si aggirano intorno ai 5 mm/annui con picchi di 15-17 mm/annui lungo la costa ravennate (Arpae). Antonioli et al (2017) propongono stime di relativo innalzamento del livello del mare per la costa Adriatica che combinano i movimenti verticali locali (tettonica del suolo e tassi glacio-isostatici) e le proiezioni di eustatismo globale (IPCC AR5 e Rahmstorf, 2007), per valutare l’entità delle aree costiere inondate entro il 2100 nell’Adriatico. Per l’Adriatico settentrionale, l’innalzamento relativo del livello del mare proiettato entro il 2100 varia da 58 a 101 cm (in base allo scenario IPCC RCP AR5 8.5 più grave, livello minimo e massimo) e fino ad oltre 1 metro secondo lo scenario peggiore (Rahmstorf, 2007).
In Emilia-Romagna si prevede che i cambiamenti climatici avranno impatti importanti sul ciclo dell’acqua, particolarmente in termini di inondazioni, legate alla maggiore frequenza e intensità delle precipitazioni estreme, così come di ridotta disponibilità idrica per l’agricoltura e altri utilizzi. Il problema della scarsità idrica sarà avvertito in modo grave soprattutto nell’area della valle del Po. L’aggravarsi di crisi idriche potrebbe anche avere effetti negativi sulla qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Un aumento dello squilibrio tra ricariche e prelievi di falda potrebbe determinare una riduzione di scambio e ricambio idrico. Nelle aree costiere il problema verosimilmente peggiorerà a causa dell’intrusione di acqua salina favorita dall’effetto combinato dell’innalzamento del livello del mare e della subsidenza. Data la loro bassa elevazione e la loro geomorfologia, le coste dell’Emilia-Romagna sono particolarmente vulnerabili all’innalzamento relativo del livello del mare. Questo fenomeno, oltre all’intrusione di acqua salina, favorirà l’erosione costiera e le inondazioni legate agli eventi di mareggiata estrema. Inoltre, la Strategia evidenzia una riduzione di efficacia delle esistenti opere di difesa costiera. Anche la temperatura più alta inciderà sulla qualità dell’acqua marina aumentando il rischio di eventi di anossia e fioriture algali. In generale, questi rischi climatici causeranno impatti diretti e indiretti su vari settori socio-economici, come ad esempio il turismo e l’agricoltura.
Obiettivi
La Strategia di mitigazione e adattamento della Regione Emilia-Romagna ha l’obiettivo di aumentare la resilienza e la capacità adattiva del territorio regionale e dei settori economici strategici di fronte alle minacce climatiche più rilevanti e ai relativi impatti. La Strategia regionale invita inoltre le amministrazioni locali a sviluppare una loro strategia e/o piano di adattamento, coerentemente con gli obiettivi e i traguardi individuati dalla Strategia regionale. In realtà, alcune province e municipalità avevano avviato il processo di adattamento già prima che la Strategia regionale fosse approvata. Rafforzare l’integrazione tra i processi di adattamento regionale e locali è sia un obiettivo sia una sfida. Oltre all’adattamento, la Strategia regionale contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra favorendo misure di mitigazione. Queste finalità onnicomprensive sono articolate nei seguenti obiettivi specifici:
- Mappare e valorizzare le azioni e i piani già in atto a livello regionale che contribuiscono all’adattamento ai cambiamenti climatici e a migliorare la mitigazione, in particolare attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra.
- Individuare ulteriori misure e azioni per differenti settori che possano contribuire agli obiettivi di adattamento e mitigazione, anche in relazione ai piani settoriali già esistenti.
- Definire un sistema di monitoraggio delle misure implementate.
Misure di adattamento applicate al caso
Governance integrata per l’adattamento
Soluzioni
Nel 2018 l’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato la Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici (Delibera n. 187/2018), che costituisce un quadro comune per le azioni di mitigazione e adattamento per i settori economici regionali e le amministrazioni locali. La Strategia individua le misure e le azioni per affrontare l’attuale variabilità climatica e i futuri cambiamenti climatici in tutti i settori di interesse della Regione, compresi: acque interne e risorse idriche, qualità dell’aria, sistemi insediativi e aree urbane, territorio, aree costiere, infrastrutture e trasporti, foreste, biodiversità ed ecosistemi, agricoltura, sistema produttivo, sistema energetico, turismo, salute, pesca e acquacoltura, e patrimonio culturale.
Per ogni settore, la Strategia definisce linee guida strategiche e individua azioni di adattamento e mitigazione a breve (entro il 2020) e a medio termine (oltre il 2020. Le azioni suggerite sono dettagliate e classificate secondo il tipo di misura (per es. strutturale e tecnologica, gestionale, normativa, ecc.). Ad esempio, le azioni a medio termine per la gestione delle risorse idriche consistono nel ridurre le perdite idriche, attuare misure di risparmio idrico, sviluppare soluzioni di ritenzione idrica, promuovere sistemi agricoli con usi meno intensivi dell’acqua, ecc. Le inondazioni e l’erosione costiera rappresentano alcuni dei rischi principali per l’Emilia-Romagna. La Strategia propone l’implementazione di un Piano di gestione integrato delle aree costiere, che deve essere delineato sulla base dell’ampia esperienza maturata, tenendo conto delle linee guida per la Gestione integrata delle zone costiere, approvate nel 2005 (Delibera del Consiglio regionale n. 645/2005, 20/01/2005), del Piano di gestione del rischio d’alluvione e dei risultati dei numerosi progetti e misure già attuati lungo il litorale regionale. Le azioni specifiche a medio termine volte ad incrementare la resilienza della costa comprendono: misure di regolamentazione e limitazione dello sviluppo urbano lungo la costa, miglioramento del sistema di allerta precoce (early warning) da mareggiate e dai relativi impatti, interventi di stabilizzazione della costa tramite ripascimento e ricostruzione delle dune, integrati con misure grigie (rivestimenti, pennelli e frangiflutti) ove necessario. Per quanto concerne il settore produttivo, le azioni previste dalla Strategia regionale a medio termine hanno l’obiettivo di salvaguardare l’area locale e le aziende dall’occorrenza di rischi climatici. Le azioni suggerite comprendono la pianificazione di nuovi siti di produzione in aree non vulnerabili agli impatti climatici (come inondazioni fluviali e costiere), la promozione di consumo energetico da fonti rinnovabili, la riduzione del consumo idrico e dei rifiuti, ecc. Nella maggior parte dei settori, la mitigazione viene conseguita sostenendo l’efficienza energetica ed incoraggiando una modifica dei comportamenti (per es. mobilità verde, aree verdi urbane). Nell’ambito della mitigazione, la Regione ha finanziato un progetto trasversale finalizzato a piantare 4,5 milioni di alberi nei prossimi cinque anni, per far diventare l’Emilia-Romagna il “corridoio verde” d’Italia.
La Strategia regionale incoraggia le amministrazioni locali ad agire sviluppando piani locali propri di adattamento ai cambiamenti climatici. Nel 2011, prima che la Strategia fosse adottata, la Regione Emilia-Romagna aveva lanciato l’iniziativa Piani Clima con la quale incoraggiava le amministrazioni locali a costruire ed attuare piani per affrontare i cambiamenti climatici, sia in termini di adattamento sia di mitigazione, e più in generale a perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile. L’iniziativa Piani Clima comprende anche l’attivazione di una apposita piattaforma web (CLEXi) per aiutare gli amministratori a monitorare e rendicontare le azioni attuate e i risultati raggiunti. Sino ad ora, le otto province dell’Emilia-Romagna e le rispettive città, insieme ad alcune altre amministrazioni locali, hanno sviluppato un loro piano di adattamento al clima. Di seguito sono illustrati alcuni casi esemplari.
Il Comune di Reggio Emilia sta sviluppando la sua Strategia di adattamento nell’ambito del progetto Urbanproof cofinanziato dal programma LIFE della Commissione europea. Si prevede che la strategia sia approvata nel 2020 e che stabilisca misure specifiche per i principali impatti dei cambiamenti climatici proiettati sulla città. Una di queste azioni è focalizzata sulle infrastrutture verdi e blu urbane, come la forestazione urbana, l’installazione di fontane per dare refrigerio e l’aumento di quota di suolo permeabile nelle aree urbane. Il Comune già nel 2017 aveva individuato alcuni obiettivi per migliorare la qualità ambientale, approvando il progetto “Reggio Respira”. Il progetto individuava dieci azioni per migliorare la qualità dell’aria e il microclima urbano della città; due importanti azioni del progetto consistevano nella piantumazione di 8.000 alberi e nell’incoraggiare l’uso del trasporto pubblico elettrico.
La città di Bologna ha sviluppato il suo Piano di adattamento locale attraverso il progetto BLUEAP cofinanziato dal programma LIFE della Commissione europea. Il piano, approvato a ottobre 2015, intende migliorare l’adattamento reattivo e anticipatorio ai principali rischi dei cambiamenti climatici che interessano la città di Bologna: ondate di calore, siccità e inondazione. Il processo di pianificazione ha identificato le possibili misure di adattamento, ha costruito comunità resilienti e coinvolto i cittadini attraverso PlayBlueAp, un’applicazione online progettata per diffondere conoscenze scientifiche, tramite la quale i cittadini sono invitati a condividere le loro azioni a favore dell’ambiente e assumersi la responsabilità dei cambiamenti ambientali e climatici. Il protocollo “Green Areas Inner-city Agreement” (sviluppato nell’ambito del progetto GAIA cofinanziato dal programma LIFE) è una delle iniziative promosse dal Comune di Bologna che contribuisce a conseguire gli obiettivi del Piano di adattamento locale. Questa iniziativa ha promosso un modello di partnership pubblico-privato per finanziare la messa a dimora di alberi nella città, per ridurre le emissioni di gas serra e consentire alle aziende private di compensare le loro emissioni. Le aziende possono calcolare le emissioni prodotte attraverso un sito web apposito e acquistare un piano per neutralizzare la loro carbon footprint piantando e mantenendo alberi per tutta la città.
Su scala locale, il Comune di Cervia, partner del Patto dei sindaci, ha sviluppato il suo piano di adattamento. Tale piano individua le azioni strutturali, istituzionali e sociali da intraprendere per l’adattamento ai cambiamenti climatici e fissa gli obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030. Il piano considera i settori socio-economici vulnerabili ai principali rischi climatici: ondate di calore, precipitazioni estreme, mareggiate, innalzamento del livello del mare, siccità e salinizzazione del suolo. Le misure di adattamento suggerite ambiscono a ridurre i rischi e la vulnerabilità della comunità e delle infrastrutture, favorire l’adattamento ai cambiamenti in corso nell’area, attuare azioni di mitigazione e aumentare l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile nel territorio.
Anche il Comune di Finale Emilia ha sviluppato il suo Piano di azione, dopo la sottoscrizione del Patto dei sindaci. Il Piano stabilisce le azioni da intraprendere per guidare la transizione del comune verso la sostenibilità e migliorare la sua capacità di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Secondo il Piano, i principali rischi climatici sono eventi di ondate di calore in costante aumento, inondazioni, siccità e precipitazioni estreme. Per ciascuno di essi il Piano identifica le azioni strategiche di adattamento. Fino ad ora, le misure in corso di implementazione si concentrano principalmente sull’aumento delle aree verdi negli spazi urbani, che hanno un effetto immediato sia di mitigazione sia di adattamento. Il Piano sottolinea inoltre l’importanza di sensibilizzare i cittadini su temi come la sostenibilità, i cambiamenti climatici e i rischi che le comunità affrontano per la loro salute e la vita.
Leader dell’iniziativa e partner chiave
La Direzione Generale Cura del Territorio e Ambiente della Regione Emilia-Romagna ha coordinato lo sviluppo della Strategia di mitigazione e adattamento. L’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (ARPAE) ed ERVET – un’agenzia di sviluppo urbano della Regione impegnata nella promozione della sostenibilità e della qualificazione ambientale della Regione – hanno contribuito attivamente alla definizione della Strategia offrendo le conoscenze necessarie sui cambiamenti climatici. L’ARPAE è principalmente impegnata nel documentare gli impatti climatici attuali, definire i futuri scenari di cambiamento climatico e valutare i relativi impatti, e nel valutare specifiche azioni di adattamento per aggiornare la Strategia negli anni a venire. L’Osservatorio regionale degli scenari di cambiamento climatico (Osservatorio regionale degli scenari di cambiamento climatico) è stato creato all’interno di ARPAE per questo specifico scopo.
La Regione Emilia-Romagna ha inoltre costituito un Presidio organizzativo sul cambiamento climatico gestito dal suo Servizio valutazione impatto e promozione sviluppo sostenibile. Questo organo monitora e valuta l’effettività delle politiche di adattamento e mitigazione regionali e delle linee guida, così come aggiorna la Strategia in base ai nuovi dati sui cambiamenti climatici nell’area regionale.
Inoltre, la Regione Emilia-Romagna ha creato un Forum regionale cambiamenti climatici per migliorare l’integrazione verticale e orizzontale tra i differenti amministratori e gli altri stakeholder coinvolti nel processo di adattamento. Il Forum è il luogo in cui vengono scambiate le conoscenze sui cambiamenti climatici, si coordinano le politiche su adattamento e mitigazione a livello locale, così come si condividono i risultati raggiunti in termini di mitigazione e adattamento agli impatti climatici. È rivolto agli stakeholder della regione, così come alle amministrazioni locali, alle aziende, alle università, ai centri di ricerca e alle organizzazioni della società civile. Il Forum ha pure l’obiettivo di migliorare la consapevolezza dei cittadini in merito all’importanza della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Il processo partecipativo è costituito da differenti azioni: incontri e workshop, una piattaforma web dove scambiare le conoscenze e facilitare la discussione su temi chiave, e campagne d’educazione e comunicazione rivolte a cittadini e studenti.
Partecipazione degli stakeholder
Il contributo degli stakeholder è stato fondamentale per l’elaborazione della Strategia regionale, specialmente per individuare le principali vulnerabilità ai cambiamenti climatici di ciascuno dei settori interessati e per definire le relative azioni da intraprendere. Gli stakeholder sono stati coinvolti sin dalle prime battute del processo. La prima fase ha visto impegnati i rappresentanti della comunità scientifica in tre seminari (luglio 2016) per fare il quadro delle conoscenze comuni e condivise sul tema dei cambiamenti climatici. Nella seconda fase, che ha portato alla definizione della Strategia, gli stakeholder regionali (amministrazioni locali, specifici settori aziendali e ONG) sono stati coinvolti sia per condividere con loro le conoscenze scientifiche a sostegno del processo di adattamento, sia per definire un terreno comune circa le misure da intraprendere.
La partecipazione degli stakeholder è particolarmente incoraggiata anche durante il monitoraggio dell’implementazione della Strategia, in particolare attraverso il Forum regionale, per informare e istruire meglio la comunità circa le tematiche dei cambiamenti climatici e incoraggiare il dialogo tra le varie parti.
Fattori di successo e limitanti
Il processo di adattamento promosso dalla Regione Emilia-Romagna poteva contare su un forte sostegno politico, che ha infine portato all’approvazione della Strategia di mitigazione e adattamento da parte dell’Assemblea regionale. Dal 2020, riconoscendo il valore di questo documento, nell’agenda dell’Assemblea sono stati inseriti obiettivi e azioni ambiziosi per la mitigazione dei cambiamenti climatici, come la completa decarbonizzazione entro il 2050, e, come passo decisivo per raggiungere questo obiettivo, il raggiungimento della quota di 100% per le energie rinnovabili al 2035. In questo senso, la Regione Emilia-Romagna sta lavorando al Patto per il lavoro e per il clima, una specie di patto firmato da differenti stakeholder (del settore economico, sociale, ambientale) per conseguire la completa decarbonizzazione, combattere le ineguaglianze e favorire il recupero dopo le emergenze economiche e sanitarie. Facendo seguito a questo patto, potrebbe essere possibile una riorganizzazione e un miglioramento del Presidio organizzativo sul cambiamento climatico.
Le iniziative regionali e locali hanno dato l’opportunità per rafforzare le conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici. Solide tecniche di regionalizzazione di scenari climatici (basate su approcci statistici e dinamici) sono state convalidate in vari progetti precedenti e quindi usate per sostenere la pianificazione dell’adattamento regionale e locale.
Sicuramente, c’è ancora da lavorare per rafforzare l’integrazione tra i piani regionali e locali. Sebbene negli ultimi anni siano state condotte molte valide iniziative su scala locale, è necessario intraprendere uno sforzo ulteriore a livello regionale per fornire un quadro esaustivo con linee guida comuni valide per l’intero territorio regionale. Questa integrazione potrebbe consentire, per esempio, schemi comuni per la valutazione delle emissioni di gas serra (per la mitigazione) e per il monitoraggio delle azioni implementate (adattamento).
Costi e benefici
I fondi per l’elaborazione della Strategia regionale e per l’iniziativa Piani Clima sono stati assicurati mediante normative regionali. In particolare, con il decreto regionale D.G.R. 370/2010 è stata stanziata una somma totale di 414.750 EUR per le otto province dell’Emilia-Romagna. In alcuni casi, il processo di elaborazione della strategia di adattamento locale e/o dei piani ha beneficiato, nell’ambito di progetti finanziati dalla Comunità Europea, della collaborazione con diversi istituti di ricerca. Questo è il caso del Piano locale di adattamento ai cambiamenti climatici per la città di Bologna, che è stato parzialmente finanziato dal programma LIFE della Commissione europea nell’ambito del progetto BLUEAP per un totale di 986.049 EUR. Anche la Strategia di Reggio Emilia è stata parzialmente finanziata dal programma LIFE della Commissione europea nell’ambito del progetto Urbanproof project.
Contatti
Patrizia Bianconi
Regione Emilia-Romagna/ ART-ER
Email: patrizia.bianconi@regione.emilia-romagna.it
Telefono: +39 051 5276852
Marroni Valerio
Regione Emilia-Romagna
Email: Valerio.marroni@regione.emilia-romagna.it
Telefono: +39 051 5276952
Rodica Tomozeiu
Arpae-Simc, Osservatorio Clima
Email: rtomozeiu@arpae.it
Telefono: +39 051 6497550
Risorse per informazioni maggiormente dettagliate
Regione Emilia-Romagna webpage
LIFE Urbanproof project for Emilia Romagna
Adaptation and mitigation strategy of Cervia
Immagini
Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici della Regione Emilia-Romagna
Andamento di lungo periodo della temperatura media in Emilia Romagna (1961-2019). Fonte: https://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=2867&idlivello=1591
Documenti
Proiezioni climatiche per aree omogenee: Schede di Proiezione Climatica 2021-2050