Ripristino di una duna con ingegneria naturalistica

Impatti climatici
Innalzamento del livello del mare, Tempeste, Cambiamenti nelle condizioni del mare
Settori
Biodiversità, Gestione costiera, Settori specifici, Riduzione del rischio di catastrofi
Tempo di attuazione
La stesura del progetto, la richiesta e il rilascio di parte delle autorizzazioni ambientali, la preparazione e la sottoscrizione dell’Accordo di collaborazione tra Arpae e ARSTePC ha richiesto circa un anno e mezzo. La Conferenza dei Servizi per l'ottenimento dei vari pareri autorizzativi e permessi avrà una durata massima di 90 giorni, la successiva procedura di appalto richiederà alcuni mesi. I lavori di realizzazione dell’opera saranno eseguiti in circa 2 mesi e potranno essere svolti solo nei mesi autunnali ed invernali, sicuramente non durante i periodi di balneazione o di riproduzione dei alcune specie protette che vivono nella zona in oggetto.

Contesto geografico e sfide climatiche

Il sito Bellocchio (Lido di Spina, Comune di Comacchio, (FE), Italia) fa parte della piana costiera delle valli di Comacchio: un sistema formato da specchi lagunari e palustri e cordoni litoranei ricoperti da paleodune progressivamente più recenti verso mare, in massima parte distrutte dagli insediamenti antropici e dagli stabilimenti balneari. L’opera verrà costruita nella porzione settentrionale della spiaggia del Bellocchio: un cordone litoraneo sabbioso lungo circa 3 km, interposto tra il mare Adriatico e la laguna del Bellocchio, compreso tra l’abitato di Lido di Spina a nord e la Foce del Fiume Reno, a sud. Questo tratto di litorale ricade all’interno del Parco del Delta del Po dell’Emilia- Romagna (EUAP0181) ed anche all’interno di aree naturali protette, di interesse comunitario o conservazionistico: SIC- ZPS “Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta di Bellocchio” (IT4060003), Riserva Naturale Statale (RNS) “Riserva Naturale Sacca di Bellocchio II” (EUAPP0072) e Important Bird Area (IBA) “Valli di Comacchio e Bonifica del Mezzano” . 

La spiaggia del Bellocchio era caratterizzata da una morfologia dunale molto ben sviluppata fino a 20 anni fa che oggi risulta in gran parte smantellata a seguito di fenomeni erosivi legati alla riduzione della portata solida del fiume Reno, già evidente nella prima metà del XX secolo, associati alla deriva litoranea del trasporto solido verso nord che ha determinato il progressivo smantellamento della foce e il forte arretramento delle spiagge limitrofe. Il perdurare di tali fenomeni ai quali si aggiungono gli eventi di ingressione marina, comporterà lo smantellamento completo del cordone sabbioso intertidale, la perdita completa dell’habitat lagunare esistente e protetto ed infine l’esposizione al rischio costiero delle retrostanti zone antropizzate.

Obiettivi

Nello specifico l’intervento in oggetto si configura nel ripristino a scala ridotta (l’opera avrà una lunghezza di 100 m) della morfologia dunale preesistente e che oggi risulta in gran parte smantellata a seguito degli intensi fenomeni erosivi. L’opera si adatterà alla naturale morfologia dell’arenile e svolgerà una funzione di limitazione dell’ingressione marina nella zona a tergo, e proteggerà dall’erosione una delle dune naturali vegetate ancora esistenti nella parte settentrionale della spiaggia del Bellocchio. 

L’intervento è compreso nell’ambito di una serie di progetti sperimentali previsti dal Progetto Europeo OPERANDUM (dettagli al punto 6). 

Misure di adattamento applicate al caso

Costruzione e rafforzamento delle dune (Mogućnosti prilagodbe /Dune construction and strengthening)

Soluzioni

La spiaggia del Bellocchio è stata identificata come area di intervento analizzando i seguenti aspetti: 

  • l’assetto geografico 
  •  l’assetto morfologico e ambientale della spiaggia 
  •  lo stato erosivo del litorale 
  •  il regime climatico e meteomarino 
  •  il regime idrodinamico costiero 
  •  le strategie di gestione e pianificazione della difesa costiera 
  •  i vincoli ambientali e normativi 

E’ stata scelta una delle poche spiagge naturali ancora esistenti sulla costa emiliano-romagnola che, nonostante gli intensi fenomeni erosivi ai quali è soggetta da decenni, non è difesa da opere: la spiaggia Bellocchio. La tipologia di opera stessa, basata sull’impiego di tecniche costruttive naturalistiche, si presta ad essere sperimentata nel contesto naturale del Parco del Bellocchio dove opere tradizionali sarebbero troppo impattanti. 

Come NBS è stata scelta una duna artificiale in sabbia consolidata con una struttura completamente naturale e biodegradabile realizzata con tecniche di ingegneria naturalistica che dovrà adattarsi alla naturale morfologia dell’arenile. La duna avrà una lunghezza di circa 100 m e un’altezza di circa 2,5 m s.l.m.; verranno adottati due tipi di soluzioni strutturali: 

  • la Soluzione 1, di carattere più marcatamente innovativo costituita da sacchi in fibra di cocco accoppiati, per la parte principale della struttura, ad un sistema di chiusura a cerniera (in fase di brevettazione) che consente l’accoppiamento di più moduli singoli di sacco e che favorisce le attività di manutenzione; 
  • la Soluzione 2 di impostazione più tradizionale prevede l’impiego di una tecnica realizzativa denominata “terre rinforzate”, mantenendo comunque una componente innovativa legata all’impiego di teli in fibra cocco come elemento di rinforzo. 

Sia il fronte lato mare che le porzioni terminali dell’opera, saranno rinforzati con una struttura protettiva costituita da fascine di legna, che avrà la duplice funzione di difesa dall’energia delle onde e di trappola per la sabbia. 

E’ prevista la sperimentazione di varie configurazioni di ricoprimento della duna. La parte alta della duna verrà suddivisa in settori nei quali verranno variati: lo spessore della sabbia, il numero di reti in fibra di cocco e le tecniche di rinverdimento. Riguardo a queste ultime, verranno piantate specie vegetali autoctone sia in modo innovativo, tramite collocazione di manti prevegetati, che tramite il convenzionale inserimento di singoli esemplari. 

Le soluzioni strutturali e di ricoprimento innovative, avendo carattere prettamente sperimentale saranno applicate ad una porzione della duna , privilegiando per la maggior parte dell’opera l’adozione delle soluzioni con un approccio più tradizionale, seppur arricchite da elementi innovativi, in modo da ridurre il livello di incertezza delle prestazioni finali dell’opera. 

Le scelte dimensionali sono state basate studio delle condizioni meteomarine e dell’assetto morfologico dell’area. L’altezza e il profilo della duna sono stati studiati sia per garantire adeguata resistenza a fenomeni di inondazione, deflazione eolica e erosione da parte del moto ondoso, e sia per risultare in linea con quella che può essere una morfologia naturale. L’area di impronta della nuova duna è tale da minimizzare l’interferenza con la vegetazione attualmente presente. Data la morfologia della zona la duna verrà posizionata il più lontano possibile dalla linea di battigia, in modo da minimizzare eventuali interferenze con l’ambiente marino. 

Si prevede di realizzare l’intervento al di fuori del periodo primaverile-estivo al fine di non interferire con le attività balneari e non disturbare le popolazioni faunistiche (in particolare avifauna) in periodo riproduttivo. 

Leader dell’iniziativa e partner chiave

Il sito pilota del Bellocchio, rientra nell’ambito di una serie di progetti sperimentali previsti dal Progetto OPERANDUM (OPEn-air laboRAtories for Nature baseD solUtions to Manage environmental risks). 

OPERANDUM è un progetto di ricerca europeo H2020 guidato dall’Università di Bologna che coinvolge 26 partner internazionali. I partner italiani sono: la Struttura IdroMeteoClima dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia dell’Emilia-Romagna (Arpae – SIMC), RINA Consulting, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziale (CIRA) ed il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC). 

Tra gli obiettivi principali di OPERANDUM è compresa la sperimentazione di soluzioni progettuali naturali in grado di attenuare eventi naturali quali inondazioni, frane, erosioni costiere e siccità. Gli interventi verranno sviluppati in 10 laboratori all’aperto (Open-Air-Lab) e l’opera prevista al Bellocchio rappresenta una delle soluzioni di mitigazione basate sulla natura (Nature Based Solution NBS) che verranno implementate nel Open- Air-Lab Italiano, di cui UNIBO è leader. 

Compito di Arpae SIMC è coordinare il gruppo di lavoro coinvolto nella alla realizzazione della NBS prevista al Bellocchio e contribuire alle seguenti quattro macroattività: la progettazione, le istanze autorizzative, l’implementazione e il monitoraggio. 

l gruppo di lavoro è formato dai seguenti soggetti: 

  • RINA Consulting – partner di OPERANDUM – Responsabile della progettazione ed operativo in tutte le macroattività 
  • NATURALEA – partner di OPERANDUM – Esperto in NBS e operativo per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione dell’intervento 
  • IRIS SAS – prestatore di servizi affidatario di Arpae SIMC- Esperto in NBS che supporterà la progettazione, l’implementazione e il monitoraggio dell’opera. 
  • Agenzia regionale per la difesa territoriale e la protezione civile (di seguito ARSTePC)- Ente locale coinvolto tramite un Accordo di collaborazione con Arpa per quanto riguarda la co-progettazione, le procedure autorizzative e preposto alla realizzazione dell’opera. 
  • Carabinieri per la Biodiversità – Ufficio Territoriale di Punta Marina- Ente gestore del Parco in cui ricade il sito pilota e che contribuirà a tutte le macroattività, in particolare a quelle autorizzative. 

Per quanto riguarda le autorizzazioni ambientali e i permessi costruttivi, occorrerà presentare in sede di Conferenza dei Servizi varie istanze autorizzative ai vari enti proposti. Allo stato attuale, Arpa-SIMC dispone agli atti la nota del Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale della Regione Emilia- Romagna (di seguito VIPSA) che definisce l’opera in oggetto di limitata dimensione, esclude potenziali impatti ambientali significativi e negativi, e attesta che l’intervento non necessita di essere sottoposto a verifica di assoggettabilità a VIA . 

Partecipazione degli stakeholder

Oltre ai soggetti indicati al punto 6, gli stakeholder fino ad ora coinvolti sono il Servizio difesa del Suolo della Costa e Bonifica della Regione Emilia Romagna e il Parco del Delta del Po Emilia-Romagna. Sono stati inoltre contattati il Comune di Comacchio e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. 

Fattori di successo e limitanti

La conoscenza approfondita del sistema fisico e dei sistemi di gestione e pianificazione del territorio costiero ha permesso di identificare un sito e una tipologia di NBS che oltre ad essere idonei alla sperimentazione prevista dal Progetto di ricerca OPERANDUM, sono di grande interesse per gli Enti locali preposti alla gestione e alla difesa del territorio, costantemente alla ricerca di soluzioni innovative e alternative alle opere tradizionali di difesa costiera, spesso molto impattanti sull’ambiente e non sempre pienamente efficaci. La disponibilità di un ampio set di dati riguardanti l’assetto morfologico, le dinamiche erosive costiere e il clima meteomarino ha agevolato le fasi preliminari di progettazione dell’opera. 

La progettazione, così come la definizione delle procedure autorizzative e realizzative, ha richiesto un approccio condiviso che ha portato alla formazione di un gruppo di lavoro (vedi punto 6) che ha riunito le competenze necessarie ad affrontare i molteplici passaggi che porteranno all’implementazione dell’opera e a valutarne l’efficacia. 

Per il raggiungimento degli scopi del progetto di ricerca sono stati affrontati, e si prevede di affrontare anche in futuro, numerosi ostacoli rappresentati dalle lunghe e complicate procedure autorizzative e burocratiche. Un altro aspetto critico riguarda il coinvolgimento degli stakeholder: servirebbero canali di sensibilizzazione più efficaci. Inoltre gli stakeholder che fino ad ora hanno contribuito attivamente, hanno operato in un contesto di limitata disponibilità di personale, che generalmente è già impegnato in attività routinarie e spesso urgenti. 

Costi e benefici

Il progetto è finanziato da OPERANDUM secondo quanto previsto accordo di sovvenzione 776848. I benefici principali legati a questo tipo di opera di ingegneria naturalistica saranno: un ridotto impatto ambientale rispetto alle opere rigide tradizionali e il ripristino del sistema di dune naturali preesistenti e della loro doppia funzione 1)di fonte naturale di alimentazione sedimentaria della spiaggia, 2) di rilevato in grado di limitare l’ingressione del mare dell’habitat lagunare retrostante.

Contatti

Dott.ssa Margherita Aguzzi – Arpae Emilia-Romagna Struttura IdroMeteoClima Bologna (maguzzi@arpae.it). 

Coordinatore del Progetto Operandum: Prof.ssa Silvana Di Sabatino – Università di Bologna 

Leader del Open Air Lab italiano: Prof.ssa Beatrice Pulvirenti – Università di Bologna 

Responsabili del Progetto: Ing. Paola Robello e Ing. Fabrizio Tavoroli – RINA Consulting
Altri collaboratori: 

  • NATURALEA 
  •  IRIS SAS 
  • Agenzia regionale per la difesa territoriale e la protezione civile – Regione Emilia-Romagna 
  • Carabinieri per la Biodiversità – Ufficio Territoriale di Punta Marina

Risorse per informazioni maggiormente dettagliate

Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna http://www.parcodeltapo.it/it/mappa.php

Progetto OPERANDUM https://www.operandum-project.eu/ 

Area Pilota: Po di Goro – Spiaggia Bellocchio – Fiume Panaro documentazione e mappe https://storymaps.arcgis.com/stories/30e3c3143c42408bb081a252bfd9cb1f