Interventi di innalzamento ed estensione del territorio costiero
Descrizione
Per secoli le comunità costiere hanno utilizzato rocce e terreno per estendere e innalzare il livello del terreno lungo le coste, con l’obiettivo di guadagnare spazio vitale così come per difendersi da mareggiate e inondazioni. Negli ultimi tempi, l’interramento di zone umide e aree costiere al di sotto del livello di alta marea è diventato una tecnica comunemente usata per guadagnare ulteriore spazio dove costruire nuovi insediamenti urbani o industriali. Simili tecniche hanno un forte impatto sugli ecosistemi costieri, e sono in diretto conflitto con le misure di adattamento più in armonia con la natura.
Creando una nuova espansione a mare i rischi costieri, derivanti dalle mareggiate, e gli impatti delle alluvioni nell’entroterra sono ridotti. L’estensione di suolo costiero in aree già urbanizzate, dove lo spazio pubblico vicino al lungomare è perso, è una misura sensata (Figura 1), ed è generalmente accolta con maggiore favore dai cittadini. Tuttavia, nell’attuare progetti di innalzamento ed espansione della costa è necessario prestare particolare cautela a causa dei loro impatti sull’ecosistema costiero e marino. Inoltre, l’estensione del suolo su coste naturali incontaminate le rende più vulnerabili e deteriora le loro qualità ambientali e paesaggistiche. Per tali motivi questa pratica non dovrebbe essere presa in considerazione in simili contesti. Ciò viene enfatizzato nell’articolo 8.3 del Protocollo GIZC per il Mediterraneo, in cui si legge che per l’utilizzo sostenibile delle zone costiere è necessario individuare aree libere in cui lo sviluppo urbano ed altre attività siano soggetti a restrizioni o, se necessario, vietati.
L’avanzamento costiero può anche comprendere l’estensione delle spiagge. Questa non deve essere confusa con il ripascimento: in lingua croata si fa distinzione tra ripascimento (cro. dohranjivanje) ed estensione della spiaggia (nasipavanje). Con il ripascimento si ripristina la spiaggia danneggiata dall’azione erosiva del mare e del vento apportando materiale sedimentario entro i limiti prestabiliti della spiaggia. Gli interventi di estensione vanno invece a dilatare la costa oltre le dimensioni della spiaggia esistente. Esistono anche progetti in cui è contemplata la creazione di spiagge nuove di fronte a coste rocciose. In tali casi, la creazione della spiaggia difficilmente risponde ad esigenze di difesa / adattamento all’erosione o all’innalzamento del livello del mare: tale intervento ha la sola funzione di attrarre più turisti.
Negli anni ’90, a Venezia, il livello di molti argini e strade è stato alzato per aumentare il grado di protezione dalle alluvioni causate dall’acqua alta e contrastare, almeno in parte, gli effetti dell’innalzamento del mare e dello sprofondamento del suolo. Quest’ultimo fenomeno è dovuto alle estrazioni industriali di acque sotterranee, pratica avviata nella prima metà del XX secolo e terminata alla fine degli anni ’70. Questa operazione è stata condotta insieme a un programma più ampio di manutenzione e rinnovamento delle condutture di acqua potabile e delle fognature, che ha interessato altre infrastrutture di servizio al di sotto del manto stradale, così come a lavori di dragaggio dei sedimenti accumulati nei canali della città. Al termine del lavoro, prima di ricollocare la pavimentazione al suo posto, sabbia aggiuntiva o altro materiale è stato posato sotto le strade. Dove possibile, argini e strade sono stati alzati fino alla quota di protezione designata, pari a 110 cm sopra il livello di riferimento del mare (ossia fino a 30 cm oltre il precedente livello di pavimentazione), riducendo in modo significativo la frequenza degli eventi in cui le maree coprivano le strade. Secondo i dati elaborati dal Comune di Venezia (aggiornati nel 2011), il 12% della città si trova ancora sotto il livello di salvaguardia di 110 cm, compresa l’iconica piazza San Marco, una delle aree più basse della città.
In Croazia, durante il periodo di sviluppo industriale successivo alla Seconda guerra mondiale, l’espansione del suolo costiero (combinata con i muri paraonde) era diventato un approccio abbastanza comune per collocare le infrastrutture industriali. In tempi più recenti, lo sviluppo del turismo ha riacceso tale pratica per offrire sistemazione alle nuove strutture turistiche. Sebbene entrambe le pratiche rappresentino una trasformazione delle coste naturali, quando a guidare la trasformazione è il turismo, si riscontra una maggiore attenzione nel preservare le caratteristiche del paesaggio e la splendida atmosfera dei luoghi, le spiagge e la biodiversità, tutto ciò per aumentare la competitività nel settore turistico. Sfortunatamente, molte di queste azioni sono portate avanti senza un piano o una autorizzazione, specialmente nei casi di edifici privati. Ciò ha ridotto in modo significativo il valore paesaggistico della costa.
Oggigiorno, la decisione circa l’avanzamento / innalzamento costiero dovrebbe essere presa a un livello differente, partendo dagli impatti negativi causati dai cambiamenti climatici, ossia l’innalzamento del livello del mare e le mareggiate. Simili azioni comportano costi di realizzazione e manutenzione relativamente alti, per tale motivo esse dovrebbero essere prese in considerazione in un modesto numero di casi, ad esempio quando una costa densamente popolata o valori culturali importanti devono essere protetti dal rischio di inondazione. Nel Piano costiero della città di Castelli (Kaštela) del 2019, il futuro innalzamento ed estensione del litorale sono accompagnati da muri paraonde/frangiflutti (vedi Figura 2).
Negli ultimi tempi le case galleggianti sono state riconosciute come parte di una architettura resiliente alle inondazioni (p. es. Amsterdam, Amburgo, Copenaghen), e come modo alternativo per estendere il suolo, ovviamente in tratti costieri estremamente riparati dal moto ondoso.
Costi e benefici
Ulteriori aggiunte, frutto di innalzamenti e/o estensioni dalla costa esistente, dovrebbero essere prese in considerazione solo se ci sono giustificate ragioni tecnologiche ed economiche, se non implicano perdite ecologiche importanti e se sono finanziariamente e socialmente accettabili. La convenienza finanziaria di tali progetti dovrebbe dipendere dalla forza finanziaria della popolazione attuale e non dovrebbe gravare sulle generazioni future. Inoltre, i decisori politici devono prevedere risorse finanziarie sufficienti per il mantenimento una volta che il terreno viene innalzato/esteso.
I costi e i benefici dipendono largamente dalla singola posizione e dalle esigenze di adattamento. A Venezia, per esempio, le sinergie con altri interventi hanno ridotto i costi in modo consistente.
Per quanto riguarda i fattori limitanti, una delle questioni, riscontrata nelle aree depresse dell’entroterra, è legata al trasporto del materiale di riempimento che può determinare compattazione del suolo e almeno un parziale sprofondamento (ciò dipende dalle condizioni del suolo locale, compreso il contenuto di acqua).
Inoltre, può essere difficoltoso ‘innalzare’ zone con aree industriali e urbane moderne e con infrastrutture. Questo può anche essere il caso di aree storiche fragili, come Piazza San Marco a Venezia che non è stata inclusa nei lavori di innalzamento delle strade cittadine: tale operazione, in una piazza circondata da edifici storici, sarebbe stata piuttosto costosa e difficile.
Tempi di implementazione e durata
Variabili
Risorse per informazioni maggiormente dettagliate
https://climate-adapt.eea.europa.eu/metadata/adaptation-options/raising-coastal-land
Linham, M.M. and Nicholls, R.J. (2010) Technologies for climate change adaptation: coastal erosion and flooding (TNA Guidebook Series) New Delhi, IN.
PAP/RAC (2021) Manuale sul rafforzamento della resilienza costiera dell’Adriatico, progetto INTERREG AdriAdapt, Split/Spalato.
Ringraziamo gentilmente i Prof. emeritus Jure Margeta dell’Università di Spalato e da Prof. Enzo Pranzini dell’Università di Firenze, per tutto l’aiuto e il supporto dato nella preparazione di questo testo.