Adattamento attraverso piani e programmi di gestione integrata delle zone costiere

Impatti climatici
Non specifica per un impatto
Settori
Inter-settoriale
Categoria IPCC
Istituzionale: politiche e programmi del governo

Descrizione

ECCA Lisbona, 2019. La rappresentativa del Piano costiero per la regione di Sebenico-Tenin riceve il premio Medadapt. Tra i 28 progetti di adattamento ai cambiamenti climatici presentati da 9 paesi mediterranei, il Piano costiero è stato proclamato vincitore assoluto, specialmente nella categoria “Metodi per progettare e implementare le politiche pubbliche”

© Damir Matešić

I cambiamenti climatici avranno conseguenze considerevoli sull’area costiera mediterranea. Negli ultimi tempi le zone costiere registrano inondazioni sempre più frequenti causate da condizioni climatiche estreme, spesso seguite da piogge torrenziali e tempeste. L’innalzamento atteso del livello del mare incrementerà tali eventi, per cui il rischio di inondazione, erosione costiera e perdita di litorale basso (come i delta dei fiumi, lagune, isole basse) sarà in continuo aumento (veda Zone di arretramento). La salinizzazione delle acque sotterranee così come del suolo costituisce un’ulteriore sfida per le zone costiere. L’innalzamento atteso della temperatura dell’acqua marina e l’acidificazione influenzeranno gli ecosistemi marini, a cominciare dalle alterazioni nel regime attuale, nei parametri bio-geo chimici, fino a determinare cambiamenti nelle specie ittiche e nella loro abbondanza e la comparsa di nuove specie alloctone. Infine, un altro effetto da tenere a mente è l’inquinamento del mare causato dalle inondazioni.

La zona costiera adriatica, come la maggior parte del Mediterraneo, è densamente urbanizzata. In tutti gli stati dell’Adriatico, la percentuale di aree edificate nella fascia costiera stretta è molto più alta della percentuale media nazionale. Tuttavia, tale urbanizzazione è solo parzialmente di natura residenziale. Una larga porzione di essa riguarda il turismo litoraneo che, essendo legato alle spiagge, all’estate e ai bagni in mare, è per sua natura per lo più stagionale. Dunque, le strutture adibite ad attività turistica ricettive tendono ad essere più vicine al mare possibile, esponendosi a lungo termine ai rischi derivanti dalle inondazioni e dall’innalzamento del livello del mare. Data l’eccezionale attrattiva del litorale per scopi residenziali e turistici, così come per altre attività, la protezione delle risorse naturali e degli habitat spesso viene messa in secondo piano. Il fatto che nel 2018, in Croazia, il 94% dei pernotti turistici sia stato registrato nelle regioni costiere è la chiara dimostrazione di quanto le coste siano attraenti. 

Al fine di preservare i fragili ecosistemi costieri per le generazioni future e riconciliare la tutela della natura con attività umane così dinamiche, dalla metà degli anni ’80 nel Mediterraneo è stata implementata una strategia per la Gestione integrata delle zone costiere (GIZC). La strategia, comparsa come risposta alla concentrazione di popolazione e attività economiche che si facevano sempre più vicine al mare, desiderava proteggere gli habitat e i paesaggi di valore, e trovare soluzioni sostenibili per gli usi spesso confliggenti degli spazi e delle risorse costiere. I cambiamenti climatici e i loro effetti pongono ulteriori sfide alla GIZC, dove è necessario prestare particolare attenzione a inondazioni e incendi.

Il protocollo GIZC nel Mediterraneo, preparato nell’ambito del Piano di azione del Mediterraneo (PAM) del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, è stato ratificato da 10 paesi costieri e dall’UE. Il Parlamento croato lo ha ratificato nel 2013, mentre l’Italia non lo ha ancora ratificato, ma secondo le regolamentazioni giuridiche dell’UE è obbligata a seguire le disposizioni del Protocollo in quanto parte dell’acquis UE. L’articolo 18 del Protocollo invita gli stati a preparare strategie e piani costieri. Conseguentemente, la Croazia ha già preparato una strategia nazionale di gestione delle aree marine e costiere e il Piano costiero per la regione di Sebenico e Tenin (Šibenik-Knin), adottato nel 2016, mentre nell’ambito del progetto Adriadapt è in corso la preparazione dei piani costieri per la regione Spalato-Dalmatina, la cittadina di Castelli (Kaštela) e la cittadina di Vodizze (Vodice). Attraverso varie linee guida e progetti (il più celebre dei quali è il cosiddetto CAMP – Coastal Area Management Programmes ­ Programmi di gestione delle aree costiere), l’agenzia PAP/RAC presta assistenza agli stati mediterranei nell’implementazione dei piani e dei programmi costieri già dal 1985. Nell’ultimo ciclo di questi progetti è stata data particolare attenzione all’azione per il clima. La caratteristica specifica dei piani costieri e dei CAMP è l’approccio integrato, ciò richiede una comprensione olistica delle questioni concrete e delle future sfide e, dunque, del contributo delle attività umane ai cambiamenti climatici.

Il fattore cruciale per implementare con successo i piani e i programmi costieri è la loro inclusione nel sistema di governance esistente. Con ciò intendiamo che devono innanzitutto trarre fondamento dalle normative giuridiche e istituzionali vigenti; mentre le istituzioni responsabili si impegnano a preparare i documenti, coinvolgendo sin dalle primissime battute del processo preparatorio gli organi responsabili, a livello orizzontale e verticale, la comunità scientifica, la comunità locale e tutti gli stakeholder interessati. Un simile approccio aiuta a creare senso di responsabilità e di appartenenza al piano o al programma, e quindi responsabilità nella sua implementazione. Il coinvolgimento degli stakeholder è di eccezionale importanza, specialmente in fase di definizione della visione comune sul futuro della zona costiera, così come per la selezione di obiettivi chiari e modalità per realizzare il futuro desiderato. Durante la preparazione del piano o del programma, vengono definite pure le possibili azioni e misure di finanziamento, così come le modalità di monitoraggio e revisione del piano o del programma. Infine, uno dei principali fattori di successo è la costituzione di un team responsabile dell’implementazione. Oltre al team composto dalle istituzioni responsabili, la costituzione di un organo consultivo, nell’ambito del quale scienziati, membri della società civile e del settore commerciale impegnati nello sviluppo sostenibile della loro area possano offrire supporto al team amministrativo, è un elemento chiave per rafforzare la resilienza della zona costiera e il suo sviluppo sostenibile.

Costi e benefici

I costi del piano costiero o di preparazione del programma possono variare notevolmente. Si può cominciare con pochi fondi e grande entusiasmo da parte dell’amministrazione locale e regionale, tutto supportato dagli scienziati locali. Oppure, nella situazione opposta, si può partire con un grosso investimento grazie al quale creare un database dettagliato e fornire una preparazione concreta per l’implementazione di misure ingegneristiche e altre misure di adattamento.

I fondi assicurati dal Fondo di finanziamento per programmi di protezione globale dell’ambiente, per la preparazione del Piano costiero della regione di Sebenico e Tenin, ammontavano a 100.000 USD. Questo piano ha beneficiato di attività parallele con finanziamenti separati. Tutti gli altri piani preparati in Croazia erano simili, sebbene su scala finanziaria inferiore. D’altra parte, lo studio che valuta i costi delle inondazioni marine per la Croazia, preparato nell’ambito dello stesso progetto, ha mostrato che già entro il 2050 i costi delle inondazioni marine inerenti solamente la città di Sebenico avrebbero raggiunto l’importo di 78 milioni/annui di USD (PAP/RAC, 2015). La preparazione del Piano costiero per la regione di Sebenico e Tenin rappresenta l’inizio del processo di adattamento, e la sua implementazione, monitoraggio e revisione gettano le basi per ridurre i costi attesi.

I programmi di gestione delle aree costiere (CAMP), tipicamente implementati dal 1985 in tutti gli stati mediterranei, ammontano fino a un budget di 300.000 EUR. Il finanziamento è sempre stato scisso: una parte proveniva dal Fondo fiduciario del Mediterraneo (Mediterranean Trust Fund), e un’altra da fondi nazionali, regionali e locali.

Per finanziare il Piano GIZC dell’UNDP attualmente in preparazione in Egitto, il Fondo verde per il clima ha assicurato una somma di 1,7 milioni di USD, mentre il governo egiziano ha assicurato un cofinanziamento con 59 milioni di USD aggiuntivi. 

Uno studio pubblicato nel 2020 (Lincke et al.) indica che i costi attesi a seguito delle inondazioni marine in Croazia, pari a 5,8 bilioni di USD per anno, possono essere ridotti fino al 93% combinando il ritiro controllato e la costruzione di strutture di difesa. La fase preparatoria per costruire infrastrutture di difesa è un lavoro a lungo termine. La formazione della comunità locale per selezionare la strategia di adattamento della zona costiera e preparare l’implementazione di tale strategia, non richiede un tempo inferiore. Il Piano costiero è l’inizio di questo processo.

L’applicazione dell’approccio integrato consente una percezione esaustiva del rafforzamento della resilienza della zona costiera e del suo sviluppo sostenibile. Agire in cluster di settori economici, così come di dipartimenti amministrativi, porta a soluzioni parziali alle singole sfide, creando o aumentando nel contempo il danno in altre aree. I cambiamenti climatici ci mettono alle strette e richiedono risposte esaustive, efficaci e veloci.

Tempi di implementazione e durata

Il tempo medio richiesto per la preparazione di piani e programmi costieri è pari a 2-3 anni. Sono elaborati tenendo a mente un orizzonte a lungo termine; riguardo ai cambiamenti climatici, questi dovrebbero idealmente essere orientati fino all’anno 2100. I piani propongono principalmente misure per un periodo di 10-15 anni, comprese misure a breve termine (1-2 anni), a medio termine (2-5 anni) e a lungo termine. Le soluzioni previste devono essere adattabili alle incertezze, e pensate per l’implementazione in fasi. I piani e i programmi costieri, come tutti gli altri piani e programmi, servono per guidarci nelle decisioni e devono essere rivisti in accordo con le ultime conoscenze acquisite sui cambiamenti climatici. La revisione del piano costiero riesaminerà anche le fasi di adattamento previste. Un approccio interessante è offerto dai percorsi di adattamento (Adaptation Pathways) che forse evocano al meglio la potenziale soluzione per un percorso comune verso la sostenibilità che attende le aree costiere.

Nella concettualizzazione di Haasnoot, le modalità di adattamento sono indicate con 4 azioni differenti, ed i punti di rottura per assumere decisioni e gli scenari a bassa ed alta emissione sono tracciati sull’asse x (Haasnoot et al., 2013)

Risorse per informazioni maggiormente dettagliate

UNEP MAP PAP: Protocol on ICZM in the Mediterranean:  http://paprac.org/iczm-protocol

Zakon o potvrđivanju Protokola o IUOP Sredozemlja:    https://narodne-novine.nn.hr/clanci/medunarodni/2012_11_8_96.html

PAP/RAC. Coastal Resilience Handbook for the Adriatic. 2020 

Haasnoot, Marjolijn, Jan H. Kwakkel, Warren E. Walker, and Judith ter Maat. 2013. ‘Dynamic Adaptive Policy Pathways: A Method for Crafting Robust Decisions for a Deeply Uncertain World’. Global Environmental Change 23 (2): 485-98. https://doi.org/10.1016/j.gloenvcha.2012.12.006.

Lincke, Daniel, Claudia Wolff, Jochen Hinkel, Athanasios Vafeidis, Lukas Blickensdörfer, and Daria Povh Skugor. “The effectiveness of setback zones for adapting to sea-level rise in Croatia.” Regional Environmental Change 20, no. 2 (2020): 1-12.