Adattamento ai cambiamenti climatici mediante forestazione

Impatti climatici
Incendi, La siccità, Tempeste
Settori
Biodiversità, Settori specifici, Turismo
Categoria IPCC
Istituzionale: politiche e programmi del governo, Strutturale e fisica: Misure di adattamento basate sull'ecosistema

Descrizione

Le foreste mediterranee sono uno degli “hotspot” mondiali di biodiversità portatrici di molteplici valenze di utilità generale (FAO 2011). Oggi sono minacciate dai cambiamenti climatici e si prevede che gli ecosistemi forestali mediterranei saranno particolarmente esposti agli effetti dei cambiamenti climatici entro il 2050 (FAO, 2011). Gli impatti negativi dei cambiamenti climatici si riflettono nello slittamento delle fasce climatiche, ma anche nell’aumento degli eventi climatici estremi e nell’incremento della temperatura e della siccità (EEA, 2016). Inoltre, le foreste mediterranee un tempo erano sovrasfruttate e buona parte di questo ecosistema (75%) è stato distrutto dalle pressioni antropiche già nel XIX secolo (Quezel & Medail, 2003).

Sebbene le foreste mediterranee oggi siano generalmente costituite da specie mediterranee resistenti alla siccità (Timbal e Aussenac, 1996), negli ultimi decenni risultano minacciate dall’aumento di intensità, durata e frequenza di eventi siccitosi (IPCC, 2014). Tale processo di inaridimento può essere il fattore scatenante per un nuovo fenomeno di disseccamento delle foreste (Porter et al., 1991), in cui i fattori biotici giocano un ruolo determinante (Guillermo Gea-Izquierdo et al., 2019). Le conseguenze di questo processo sono la riduzione della biodiversità e della resistenza agli organismi nocivi, la diffusione di specie invasive, gli incendi boschivi e il rilascio di CO2.

Nella nuova strategia forestale dell’Unione europea (EU Forest Strategy 2021) la forestazione assume una posizione chiave. Affinché l’imboschimento possa mitigare le conseguenze negative di cui sopra, è necessario adottare un approccio strategico nella selezione delle specie idonee, nella progettazione della piantumazione e nella manutenzione degli alberi esistenti e nuovi. Nelle politiche internazionali, il ripristino del paesaggio forestale (forest landscape restoration, FLR) rappresenta un enorme sforzo normativo e attuativo, che viene messo in atto mediante azioni come la “Sfida di Bonn”, la “Dichiarazione di New York sulle foreste” e la “Neutralità di degrado del suolo”, basate sulla Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione e sulla Convenzione sulla biodiversità (Stanturf et al., 2017). Si tratta di un approccio pianificato il cui obiettivo è il ripristino dell’integrità ecologica e il miglioramento della qualità della vita nei paesaggi degradati o disboscati. Nonostante le attività di promozione e i tentativi di implementare il ripristino del paesaggio forestale (FLR) a livello globale, spesso sorgono problemi quando questi obiettivi vengono applicati a livello locale. Le ricerche a livello nazionale, che tengono conto delle condizioni e delle specie locali, offrono quindi un importante contributo in tal senso. Sebbene il valore degli interventi FLR nel prevenire ulteriori perdite e il degrado delle aree boscate sia ben noto a livello globale, una loro applicazione efficace è possibile solamente se l’attuazione è preceduta dalla conoscenza scientifica. L’adattamento delle attività selvicolturali alle condizioni specifiche dell’habitat e ai cambiamenti climatici previsti rappresenta tuttora una sfida scientifica per il territorio mediterraneo. Ad esempio, dopo il degrado della macchia mediterranea, il pino d’Aleppo (Pinus halepensis) è stato piantato in modo massiccio quale specie pioniera a crescita rapida, avendo caratteristiche ideali data la sua tolleranza alla siccità (Timbal & Aussenac, 1996). Oggi il pino d’Aleppo gioca un ruolo fondamentale nella preparazione del suolo per altre specie autoctone (per es. Quercus ilex). O ancora, il pino marittimo (P. maritima), che ha dominato in alcune parti del Mediterraneo, a causa della siccità viene a mancare nei suoi habitat secolari, cedendo il posto a specie più resistenti come il pino domestico (P. pinea). Pertanto, per l’imboschimento di uno specifico territorio, accanto alla conoscenza delle esigenze ecologiche delle specie arboree, è importante anche la previsione climatica.

La piattaforma globale ambientale www.restor.eco avviata nel 2021 ha un ruolo promettente: ha l’obiettivo di coinvolgere ogni parte interessata nel movimento globale di forestazione e di trasformazione delle superfici non utilizzate in superfici coperte da alberi. La piattaforma offre supporto alle conoscenze scientifiche più recenti, facile accesso alle informazioni ecologiche, dati su ogni punto ed ecosistema del globo e promuove lo scambio di esperienze. Ciò è molto importante, poiché nei casi di cattiva scelta della specie, messa a dimora inadeguata o metodi selvicolturali obsoleti, l’imboschimento non avrà successo e porterà conseguenze negative in termini ecologici ed economici.

Costi e benefici

L’aumento delle superfici boscate è riconosciuto quale misura per la mitigazione delle conseguenze negative dei cambiamenti climatici e per il mantenimento o incremento della biodiversità, e dato che può avere anche un ruolo chiave nell’assorbimento del carbonio, è inserito nella legislazione comunitaria (Regolamento UE LULUCF 2018/841). Le foreste nella fascia mediterranea sono particolarmente importanti per regolare i corsi d’acqua, contribuiscono a ricaricare le falde acquifere, contrastano i fenomeni erosivi e a livello locale possono favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. I vantaggi della forestazione sono numerosi, soprattutto se l’obiettivo è la creazione di popolamenti forestali misti (Bravo-Oviedo et al., 2014). I popolamenti misti sono meno sensibili ad avversità come ad esempio l’attacco di organismi nocivi, che possono provocare danni tali da necessitare anni per essere sanati (Pernek et al., 2019). Sono possibili finanziamenti dai fondi europei legati al Green Deal europeo, per es. la Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, lo sviluppo rurale, ecc.

La gestione delle foreste delle aree costiere mediterranee non è quasi mai rivolta all’utilizzo per finalità di vendita di legname. La loro funzione antierosiva, idrologica e di protezione delle acque è molto più rilevante. Generalmente, le macchie boscate del litorale svolgono una evidente funzione ecologica, sociale e di utilità generale. La loro funzione generale è particolarmente manifesta nel turismo; donano frescura, profumi, colori, suoni, proteggono dai venti, prolungano la piacevole sensazione di contatto e intimità con la natura. Tutto ciò si riflette nella crescente tendenza dei turisti a soggiornare in strutture circondate dal verde. Gli alberi, presi singolarmente o in formazioni boschive, hanno un eccezionale valore ambientale e sono fondamentali per il soggiorno nei campeggi, ma rappresentano anche ulteriori opportunità di guadagno per il settore turistico.

Gli interventi di imboschimento nel territorio mediterraneo sono generalmente resi difficoltosi dal suolo scarsamente sviluppato e da frequenti episodi di siccità, per cui i costi sono più alti della media rispetto ad altre regioni. La scelta delle specie è molto importante e non può prescindere dai trend climatici. Le ricerche mostrano che se le specie, che per anni hanno prevalso su un certo territorio, non possono adattarsi alle nuove condizioni, perdono facilmente il predominio e sono sostituite da specie più resistenti (Guillermo Gea-Izquierdo et al., 2019).

Sebbene la preparazione e la concimazione del terreno e la scelta del tipo e della qualità del materiale vivaistico aumentino il costo dell’imboschimento, a lungo termine è un ottimo investimento. Si dovrebbe dare priorità alla vegetazione autoctona, tenendo comunque a mente che non sempre ciò è possibile e che talvolta gli ecosistemi forestali di transizione sono l’unica soluzione, rallentando così un processo già di per sé lungo (rendendolo di fatto un processo intergenerazionale). Le spese per le piantine ammontano a 3-8 euro, ma se si tiene conto che nella zona mediterranea devono essere di qualità maggiore, e che la cosa migliore sarebbe affidarsi maggiormente a piantine più robuste e di maggiore età, il costo si sposta tra 4-6 euro. Ai costi di impianto, ossia del solo materiale vivaistico e della messa a dimora, si aggiungono anche i costi di preparazione del terreno, di allestimento di recinzioni, ecc. Le spese di manutenzione che devono essere affrontate per qualche anno dopo la messa a dimora ammontano a 300 euro/ha nei primi anni, e successivamente intorno a 100 euro/ha (European Forest Institute, 2000).

Tempi di implementazione e durata

La procedura amministrativa per trovare terreni adatti per l’imboschimento o al loro cambio di destinazione, spesso è impegnativa e lunga. Un’implementazione condotta professionalmente e l’adesione alla piattaforma “Restor”, apre la possibilità a una rapida pianificazione di imboschimento e manutenzione. In ciò si possono anche coinvolgere associazioni di volontariato, scuole, associazioni non governative e organizzare azioni di volontariato per piantare alberi. Iniziative come “Pianta un albero, non fare il ceppo”, ” o donazioni di piantine da mettere a dimora, come realizzato dalla regione Emilia Romagna, sono esempi di buone prassi.

Partecipare ad azioni globali nelle quali attraverso il rimboschimento si sequestra la CO2 e si mitigano i cambiamenti climatici, è altamente motivante ed educativo, tali azioni possono essere avviate in tempi relativamente veloci. Dopo l’impianto/la messa a dimora sono necessarie misure di manutenzione molto accurate, per un periodo di minimo 5 anni. Questo tipo di interventi dovrebbe essere sostenuto dai progetti pluriennali nell’ambito dei fondi UE, per i quali la documentazione potrebbe essere preparata in breve tempo.

Risorse per informazioni maggiormente dettagliate

Siti web:

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/12674-Forests-new-EU-strategy

https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/forestry/forestry-explained_en

https://ec.europa.eu/environment/forests/index_en.htm

https://climate-adapt.eea.europa.eu/

https://ec.europa.eu/environment/strategy/biodiversity-strategy-2030_hr

https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/actions-being-taken-eu_en

https://www.restor.eco

https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/radiciperilfuturoer/progetto/quattro-milioni-e-mezzo-di-alberi-in-piu

Letteratura:

Bravo-Oviedo A et al. 2014 European Mixed Forests: Definition and Research Perspectives. Forest Systems, 23: 518 – 533

IPCC 2014 Climate change 2014: Impacts, adaptation and Vulnerability. In: BARROS VR, FIELD CB, DOKKEN DJ, MASTRANDRE MD (eds). Cambridge University Press, Cambridge and New York

FAO 2011 State of Mediterranean Forests (SoFMF), concept paper. Arid Zone Forests and Forestry Working Paper No. 2. Rome

Gea-Izquierdo et al. 2019 Synergistic abiotic and biotic stressors explain widespread decline of Pinus pinaster in a mixed forest. Science of the Total Environment 685 (2019) 963–975

Pernek M et al. 2019: Outbreak of Orthotomicus erosus (Coleoptera, Curculionidae) on Aleppo Pine in the Mediterranean Region in Croatia. SEEFOR-South-east European forestry, 10 (1): 19-27

Quezel P & Medail F 2003 Ecologie et biogeographie des forets du basin Mediterraneen. Elsevier, Paris

Stamturf JA et al. 2017: Implementing Forest Landscape Restoration, A Practitioner’s Guide. International Union of Forest Research Organisations, SpeciaL Programme for Development of Capacities (IUFRO-SPDC). Vienna, Austria: 128 p

Timbal J & Aussenac G 1996 An overview of ecology and silviculture of indigenous oaks in France. Annales des Sciences Forestieres, 53(2-3):649-661

Ringraziamo per il suo contributo il dr. Milan Pernek del Hrvatski šumarski institut (Istituto di ricerche forestali croato)